“Dopo le dimissioni di Tavares è John Elkann ad avere assunto la guida del comitato esecutivo di Stellantis. Per questo è indispensabile che venga in Parlamento a spiegarci quali impegni intenda assumere l’azienda, in particolare con il nostro Paese”, afferma in un’intervista al Corriere della Sera il senatore Antonio Misiani, responsabile economico del Pd. “Il piano industriale del 2022 si è infranto contro la crisi dell’automotive, evidenziando una serie di scelte sbagliate. Ecco perché va avviato da subito un confronto con Elkann. Non possiamo aspettare l’individuazione del nuovo ceo, che arriverà nella prima metà del 2025”, osserva Misiani.
A proposito di un certo disorientamento della politica, il responsabile economico del Pd ricorda che “Il Pd nel corso di questa legislatura ha depositato 32 atti parlamentari su automotive e Stellantis, nello scorso mese di ottobre insieme alle altre forze di opposizione abbiamo presentato una mozione unitaria con precise proposte al governo per mettere in campo una politica industriale a sostegno del settore. Abbiamo chiesto e ottenuto l’audizione di Tavares, dove Elly Schlein ha detto ciò che pensavamo delle scelte dell’azienda. Non parlerei, insomma, di disorientamento, c’è piuttosto una tempesta perfetta che il settore sta attraversando e che richiede un cambio di passo da parte di tutti. A cominciare dai costruttori che sono arrivati impreparati e in ritardo alla rivoluzione dell’elettrico”, sottolinea.
“La storia della Fiat è connotata dal rapporto molto stretto con lo Stato italiano e dai generosi sostegni pubblici – dice ancora – Ma oggi non è più immaginabile una politica di sussidi, occorre un progetto di politica industriale da parte del governo con impegni precisi e vincolanti dell’azienda. Serve una politica di sostegno alla riconversione del settore, questo sì. Il governo ha sbagliato a tagliare il fondo automotive, va ripristinato al più presto. La componentistica va aiutata a innovare. Questi non sono sussidi, sono politiche industriali necessarie per aiutare un comparto cruciale della nostra economia”.
Le auto non si vendono più come una volta e Misiani osserva: “Siamo in mezzo al guado. L’Europa si è data obiettivi ambientali molto impegnativi, che vincolano da subito il mix di vendite delle società. A questo si aggiunge un cambio profondo nel rapporto dei consumatori con l’auto: un tempo, alla maggiore età, il regalo più desiderato era un’automobile. Oggi le nuove generazioni vivono la mobilità in modo completamente diverso, in special modo nelle aree urbane”.