Subito il rinvio delle tasse, operazione che assorbirà quasi tutti gli 8 miliardi dell’ultimo scostamento di bilancio, e col 2021 via agli indennizzi a favore di tutte le attività maggiormente danneggiate dalle restrizioni, a prescindere dai codici Ateco e dalle fasce di classificazione delle Regioni, ma calcolando i cali di fatturato dell’ultima parte del 2020.
E’ un’operazione “in due step” che spiega il viceministro dell’Economia, Antonio Misiani, in un’intervista a La Stampa.
L’unanimità sul nuovo scostamento di bilancio “è stato un passaggio molto positivo, un segnale importante dal punto di vista istituzionale e politico, una assunzione di responsabilità comune della maggioranza e dell’opposizione nei confronti di chi sta soffrendo di più le conseguenze della crisi», dice Misiani.
Sul rischio che questa unanimità possa infrangersi sul Mes, «bisogna distinguere: un conto – spiega – è la riforma del funzionamento del Mes ed un altro conto è la decisione di utilizzare o meno la linea di credito speciale introdotta con la pandemia. La riforma va fatta, serve a migliorare il funzionamento di uno strumento che tutti abbiamo criticato nella sua configurazione del 2012. Se la riforma verrà approvata, il MES diventerà uno strumento molto importante per fronteggiare le crisi bancarie grazie al meccanismo del backstop».
“La riforma è utile e va approvata. Decidere o meno l’utilizzo del MES sanitario è – insiste Misiani – un altro paio di maniche. Su questo punto, come è noto, c’è un dissenso all’interno della maggioranza e dell’opposizione del quale prendiamo atto. Come Pd abbiamo una posizione favorevole che non è condivisa dal Movimento 5 Stelle. L’ultima parola, in ogni caso, spetta al Parlamento e su questo tema non è calendarizzata alcuna decisione nell’immediato. Sulla riforma del MES c’è invece un consenso larghissimo a livello europeo e noi riteniamo che i tempi siano maturi per procedere. Lunedì il ministro dell’Economia verrà ascoltato dalle commissioni di Camera e Senato e in quelle sedi si potrà sviluppare tutto il dibattito necessario e chiarire ogni aspetto di merito della questione».
«Nel complesso, abbiamo deciso di fare una operazione in due step: subito i rinvii fiscali e a gennaio un intervento di ristoro perequativo che prescinda dai codici Ateco e dalle classificazione delle Regioni e guardi alle perdite di fatturato registrate nell’ultima fase del 2020», spiega poi Misiani.
Sull’ampliamento dei codici Ateco, «nel decreto “Ristori quater” ci sarà l’estensione agli agenti di commercio. Per il resto, c’è una discussione in atto in Senato e ci sono diverse proposte che potrebbero essere finanziate in sede di conversione. Ma sul 2021, perché da qui a fine anno l’Agenzia delle entrate è in grado di gestire ulteriori pagamenti per un numero limitato di casistiche aggiuntive».