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Misiani: “Le imprese abbandonate dal governo Meloni. Così l’Italia non ha futuro”

Secondo l’Istat, stando ai dati di novembre, la produzione industriale è diminuita per il ventiduesimo mese consecutivo. Quali le prospettive dell’industria italiana?

“La situazione è difficile. Le imprese affrontano la transizione ecologica e digitale zavorrate dai problemi strutturali del Paese, dai costi dell`energia alla carenza di infrastrutture fino alla difficoltà nel reperire manodopera. Purtroppo, il governo Meloni invece di aiutarle le sta abbandonando al loro destino: la legge di Bilancio ha tagliato le risorse per le politiche industriali dai 5,8 miliardi del 2024 a 3,9 nel 2025 fino a 1,2 nel 2027. Così, è la resa di fronte alla deindustrializzazione. Ma l’Italia non ha futuro senza il manifatturiero, non possiamo vivere solo di turismo e rendita immobiliare”. Lo dice, intervistato da La Notizia, il responaabile economico del Partito democratico, Antonio Misiani.

Per Misiani, “Abbattere del 75 per cento il fondo automotive, come ha fatto il governo Meloni, è una follia, di fronte ad una crisi – quella di Stellantis, NdR – così grave. Devono fare retromarcia e devono farlo rapidamente. Quelle risorse sono indispensabili per aiutare le imprese a riconvertirsi e a mantenere i livelli occupazionali. Il governo deve dare risposte anche sugli ammortizzatori sociali: se non vengono rifinanziati, ci saranno migliaia di licenziamenti”. Per Stellantis, spiega Misiani, “il 2024 è stato un anno nero, con la produzione crollata ai livelli del 1956. Il piano presentato a dicembre sulla carta può rappresentare un`inversione di tendenza. Ma agli impegni devono seguire i fatti concreti”.

Il ritardo tecnologico dell’Europa rispetto a Cina e Stati Uniti sull’elettrico è , secondo il parlamentare dem, “il problema numero uno dell’industria europea”, che indica come il green deal vada adeguato alle condizioni attuali, ma, spiega, “illudersi che guadagnare qualche anno in più serva a risolvere la crisi vuol dire non capire niente di quello che sta accadendo nel mondo”. Quello che serve all’Europa, è  una battaglia “per un grande piano Marshall per l`automotive”.

Sul caro energia e la definizione di un tetto europeo, il cosiddetto price cap, Misiani sottolinea come  oggi “Il prezzo del gas è superiore dell’85 per cento e quello dell`elettricità del 58 per cento rispetto ai minimi di febbraio 2024. Non so se il price cap sia la soluzione più efficace. Di sicuro, sull’energia il governo non può rimanere con le mani in mano”. La sola misura in manovra a questo rigurado, ricorda,  “è la proroga di 20 anni delle concessioni per la distribuzione elettrica. Un affare per le società che le detengono, Enel in testa. Assai meno per i consumatori, che avranno bollette più care. La priorità è riformare il mercato elettrico”, comclude.

 

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