Alla Festa nazionale de l’Unità in corso a Catania il dibattito: ‘Mind in Italy’ con Carlo Calenda, Ministro dello Sviluppo economico, Ernesto Carbone, Guido D’Amico, Presidente di Confinprese Italia Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare. Modera il dibattito Serena Bortone.
Come responsabile del Made in Italy, cosa ha colpito Carbone nell’esercizio del suo ruolo? Risponde ricordando il giorno del terremoto in Centro Italia. “Il 24 agosto sono stati chiesti 20mila pasti ad Amatrice, io ho chiamato Scordamaglia e dopo due ore arrivano i pasti nei luoghi del sisma, questo significa fare veramente l’imprenditore”, ribadisce.
Parlando di Sud Carbone si riferisce in particolare ai Patti per il Sud stipulati dal governo. “In questo modo si crea un vero rapporto con i cittadini. Si responsabilizzano sia il governo che i sindaci e si genera economia valorizzando le peculiarità dei territori”.
Ma come si concretizzano le misure del governo? Carbone risponde che “un politico deve rischiare e spiegare cosa si sta mettendo in campo. Ad esempio gli 80 euro sono immediatamente percepiti, mentre altre riforme non vengono acquisite subito. La riforma della legge elettorale in particolare permetterà di sapere chi vince le elezioni e permette più governabilità. Questo è importante perché la stabilità da sicurezza agli investitori e agli imprenditori. In Europa la PAC è la politica agricola comune, ma noi abbiamo cambiato 5 ministri in 6 anni e mezzo e questo è profondamente sbagliato in quanto toglie delle linee guida importanti”.
Cosa pensa il governo del ‘mind in Italy’, risponde il ministro che “le riforme costituzionali sono alla base dell’economia, lo scorso anno ad esempio abbiamo fatto il record assoluto di export, ciò significa che la capacità di saper fare è al centro della nostra competitività. Nel complesso ci i sono circa 220mila imprese esportatrici, per questo la sfida è l’innovazione e l’internazionalizzazione. Se vogliamo una crescita forte e quindi occupazione, questa è la strada”.
Sugli investimenti il ministro ribadisce che “oggi spendiamo per incentivi alle rinnovabili circa 14 miliardi, siamo diventati un Paese punta su questo. La prossima sfida è l’innovazione tecnologica che è progresso. La partita delle imprese ha un solo nome, investimenti. Il pacchetto industria 4.0 sarà la possibilità per le imprese di investire in macchinari, ricerca, innovazione. Altro elemento importante: gli incentivi a bando non vanno. Non esiste occupazione senza crescita e senza imprese che assumono”.
Su cosa deve puntare l’Italia? Scordamaglia risponde che “c’è una grande domanda di cibo e bevande italiane. La globalizzazione è una opportunità per noi, quindi dobbiamo incentivare la globalizzazione. Fare agroalimentare ad esempio significa valorizzare le regioni del Sud, dobbiamo aumentare l’approvviggionamento e mettere in rete la nostra capacità. Nel complesso conviene intervenire per generare ricchezza nell’alimentare anche se il vero dramma è proprio la generazione under 35, in quanto la concentrazione della ricchezza risiede negli over 65.
Sulla riuscita delle misure messe in campo dal governo, interviene D’Amico sottolineando che “piccolo è bello ma non è produttivo, quindi quando parliamo di stagnazione dei consumi dobbiamo pensare alle microimprese a conduzione familiare. C’è un gap da recuperare ed il governo sta operando in questo senso”.