Medicina, D’Attorre (Pd): nessuno stop a numero chiuso, da governo pasticcio propagandistico
“Il decreto delegato sulle nuove modalità di accesso a Medicina, illustrato oggi dalla ministra Bernini, conferma ciò che era già chiaro dal testo della legge: non è stato affatto abolito il numero chiuso, ma solo il primo semestre in presenza che tutti gli studenti che intendono intraprendere questo corso di studi. Dopo sei mesi che saranno prevalentemente in modalità telematica, ci sarà una prova nazionale, che, visti i numeri degli anni scorsi, escluderà almeno i tre quarti degli iscritti al primo semestre e costringerà una parte non piccola del restante quarto a cambiare sede. Le università private manterranno invece il loro sistema di selezione e l’organizzazione degli studi in presenza già dal primo semestre. Un gigantesco pasticcio propagandistico, che avrà il solo effetto di abbassare la qualità della formazione per i futuri medici. Ormai la linea di fondo assunta dal governo in materia di università sembra piuttosto chiara: anziché obbligare gli atenei telematici privati a raggiungere gli standard di qualità di quelli in presenza, si prova a spingere tutto il sistema universitario pubblico in basso verso il baratro delle telematiche. Di questo passo, gli sviluppi successivi sono già prevedibili: quando un prossimo decreto che incentivi tutte le università a svolgere gli esami online, adeguandosi al modello delle telematiche e legittimandolo definitivamente?”
Cos’ in una nota Alfredo D’Attorre, responsabile Università nella segreteria nazionale del Pd.
Roma, 28 marzo 2025
“Il decreto delegato sulle nuove modalità di accesso a Medicina, illustrato oggi dalla ministra Bernini, conferma ciò che era già chiaro dal testo della legge: non è stato affatto abolito il numero chiuso, ma solo il primo semestre in presenza che tutti gli studenti che intendono intraprendere questo corso di studi. Dopo sei mesi che saranno prevalentemente in modalità telematica, ci sarà una prova nazionale, che, visti i numeri degli anni scorsi, escluderà almeno i tre quarti degli iscritti al primo semestre e costringerà una parte non piccola del restante quarto a cambiare sede. Le università private manterranno invece il loro sistema di selezione e l’organizzazione degli studi in presenza già dal primo semestre. Un gigantesco pasticcio propagandistico, che avrà il solo effetto di abbassare la qualità della formazione per i futuri medici. Ormai la linea di fondo assunta dal governo in materia di università sembra piuttosto chiara: anziché obbligare gli atenei telematici privati a raggiungere gli standard di qualità di quelli in presenza, si prova a spingere tutto il sistema universitario pubblico in basso verso il baratro delle telematiche. Di questo passo, gli sviluppi successivi sono già prevedibili: quando un prossimo decreto che incentivi tutte le università a svolgere gli esami online, adeguandosi al modello delle telematiche e legittimandolo definitivamente?”
Cos’ in una nota Alfredo D’Attorre, responsabile Università nella segreteria nazionale del Pd.
Roma, 28 marzo 2025