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Mauri: «Una riforma nel solco delle battaglie della sinistra»

Domenica si riuniranno in Assemblea nazionale a Milano presso la Camera del Lavoro per ribadire le ragioni del Sì al referendum. Il Comitato Sinistra per il Sì quello che vuole ribadire, come spiega il vice-capogruppo vicario dei dem alla Camera, Matteo Mauri, è che votare a favore di questa riforma è di sinistra. E che c’è tanta sinistra ad aver aderito al loro appello. Tra gli ospiti attesi ci sono i nomi dei ministri Andrea Orlando e Maurizio Martina, i parlamentari Anna Finocchiaro, Vannino Chiti, Matteo Orfini, Cesare Damiano, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, il sociologo Franco Cassano, l’ex sindaco di Torino Piero Fassino, l`ex ministro Luigi Berlinguer.

 

Mauri,la sinistra in Parlamento, compresa quella Pd, è schierata per il No. Una provocazione lo slogan Sinistra per il Sì?

 

«Affatto. Quello che vogliamo è che non passi l’idea sbagliata che chi è di sinistra vota No. È importante rendere visibile che la gran parte della sinistra, quella di ieri e quella di oggi, voterà Sì. E di conseguenza abbiamo costituito questo Comitato della Sinistra per il Sì che dimostrerà all’Assemblea nazionale di Milano che la Sinistra con la S maiuscola è sul Sì».

 

Massimo D`Alema e Maurizio Landini, per citarne due, si sono intestati la battaglia per il No. Come si sposta sul fronte del Sì tanta parte di sinistra, a partire da quella Pd?

 

«Intanto è già molto strano trovare i nomi di D`Alema e Landini dentro la stessa frase, frase in cui ci andrebbero anchequelli di Brunetta, Salvini e parecchi altriindigeribili. In realtà la questione non è nei nomi ma, per dirla con un film, laquestione è: “Fa’ la cosa giusta”».

 

Saranno decisive le prossime settimane, il Sì e il No sono sul filo nei sondaggi.

 

«Credo che la cosa più importante sia avere fiducia nei cittadini più che negli schieramenti politici e raccontare bene fino in fondo e nel merito quali saranno i vantaggi nel caso di una vittoria del Sì».

 

Da Gianni Cuperlo a Pier Luigi Bersani, chiedono il cambio dell’Italicum per poter votare sì. Hanno ragione?

 

«Sinceramente non credo a uno stretto collegamento tra le due cose, ma se fosse così allora non capirei il motivo per cui alcuni non hanno votatola mozione presentata anche dal Pd alla Camera che impegnava alla modifica della legge elettorale. Modifica che credo sia auspicabileperché la legge elettorale sapersi adattare al sistema politico che in questo momento è evidentemente tripolare».

 

Per Bersani quella mozione è “aria fritta”. È, come qualcuno sostiene, una critica strumentale?

 

«Premesso che è una persona che io stimo molto, non posso non far notare che si era detto fino a quel momento che erano stati presi impegni solo verbali e che questo non fosse sufficiente, nel momentoin cui si vota invece un atto ufficiale in Parlamento io credo che si faccia un salto di qualità notevole, che non può essere sminuito perché altrimenti si sminuiscono le istituzioni».

 

Sinistra per il Sì vuole essere un ponte nel Pd?

 

«Il Comitato ha il solo obiettivo di spiegare da sinistra le ragioni della riforma e basta vedere chi ha aderito al nostro appello, e chi sarà presente a Milano, per rendersi conto di come gran parte della sinistra, compresa quella che è nel Pd, sia compatta nella scelta. Non è un caso che domenica ci saranno esponenti di tutte le aree politiche del Pd a dimostrazione di quanto siano ampie e trasversali le adesioni».

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