“Se guardiamo alla strada percorsa ci rendiamo conto di come non sia stato mai un cammino facile, sin dall’inizio. Tuttavia, la spinta all’unità europea si è sempre rivelata, comunque, pi§forte degli arroccamenti e delle puntigliose distinzioni pro-tempore di singoli governi o di gruppi di Paesi, giocando un ruolo significativo anche nel contributo alla evoluzione delle relazioni internazionali”.
Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nell’Aula di Montecitorio per le celebrazioni del 60/o anniversario dei Trattati di Roma.
“L’Europa che abbiamo conosciuto in questi anni è stata uno strumento essenziale di stabilità e di salvaguardia della pace, di crescita economica e di progresso, di affermazione di un modello sociale sin qui ancora ineguagliato, fatto di diritti e civiltà.
E’ stata una risposta alle debolezze dell’Europa uscita dalla Seconda Guerra Mondiale e “ella sua progressiva costruzione hanno preso parte ex nemici della seconda guerra mondiale; poi gli ex avversari della “guerra fredda”, fino a pochi anni prima appartenenti ad alleanze, per quaranta anni pronte a combattersi”, ha detto ancora.
Se guardiamo alla strada percorsa ci rendiamo conto di come non sia stato mai un cammino facile, sin dall’inizio.La spinta all’unità europea si è sempre rivelata, comunque, più forte degli arroccamenti e delle puntigliose distinzioni pro-tempore di singoli governi o di gruppi di Paesi, giocando un ruolo significativo anche nel contributo alla evoluzione delle relazioni internazionali.
I padri dell’Europa, che dettero vita ai Trattati, con il consenso democratico dei loro Paesi, non erano dei visionari bensì degli uomini politici consapevoli delle sfide e dei rischi, capaci di affrontarli. Uomini che hanno avuto il coraggio di trasformare le debolezze, le vulnerabilità, le ansie dei rispettivi popoli in punti di forza, mettendo a fattore comune le capacità di ciascun paese e puntando a realizzare una grande società aperta, nella quale libertà, democrazia e coesione fossero reciprocamente garantite.
Ha concluso Mattarella: “Le ambizioni del Trattato di Lisbona, oggi vigente, appaiono inadeguate rispetto alla natura e all’ampiezza delle crisi e anche rispetto all’obiettivo di giungere a una sempre più stretta integrazione continentale.
Costruire il futuro richiede all’Italia e all’Europa ogni possibile risorsa, una straordinaria unità d’intenti e una solida fiducia nei valori fondanti del processo di integrazione.
Non impossibili ritorni a un passato che non c’è più, non muri che scarichino i problemi sugli altri senza risolverli, bensì solidarietà fra Paesi, fra generazioni, fra cittadini che condividono una stessa civiltà.
Quando l’Italia, di nuovo libera e democratica, muoveva i suoi primi passi nella Repubblica, De Gasperi ebbe a dire: “Per resistere è necessario ricorrere alle energie ricostruttive ed unitarie di tutta l’Europa. Contro la marcia delle forze istintive e irrazionali non c’è che l’appello alla nostra civiltà comune: alla solidarietà della ragione e del sentimento della libertà e della giustizia”.
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Testo completo dell’intervento del Presidente della Repubblica, in occasione della seduta congiunta delle Camere: “Costruire il futuro richiede all’Italia e all’Europa una straordinaria unità d’intenti e una solida fiducia nei valori fondanti del processo di integrazione”.