Non chiudere gli occhi davanti a nessuna violenza, a nessuna sofferenza, perché la violenza non ha colore: è violenza e basta. E nei giorni bui dell’aggressione a sfondo razzista di Macerata, il dovere del Paese è quello di ricordare un altro dramma dei nazionalismi: quello delle foibe. Lo fa con la passione che nasce dalla sofferenza vissuta sulla propria pelleRoberto Cociancich, lo fa la ministra della Difesa Roberta Pinotti consapevole dei rischi che i nazionalismi recano con sé, e lo fa, con parole forti,condivise e ritwittate anche dal segretario nazionale del Pd Matteo Renzi, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella,il quale ammonisce tutti gli anti-europeisti rammentando che l’Unione Europea è nata per contrapporre la pace e il dialogo alla guerra e alle violenze.
“Il Giorno del Ricordo– scrive il capo dello Stato – è stato istituito dal Parlamento per ricordare una pagina angosciosa che ha vissuto il nostro Paese nel Novecento. Una tragedia provocata da una pianificata volontà di epurazione su base etnica e nazionalistica. Le foibe, con il loro carico di morte, di crudeltà inaudite, di violenza ingiustificata e ingiustificabile, sono il simbolo tragico di un capitolo di storia, ancora poco conosciuto e talvolta addirittura incompreso, che racconta la grande sofferenza delle popolazioni istriane, fiumane, dalmate e giuliane“.
Prosegue Mattarella: “Alla durissima occupazione nazi-fascista di queste terre, nelle quali un tempo convivevano popoli, culture, religioni diverse, seguì la violenza del comunismo titino, che scatenò su italiani inermi la rappresaglia, per un tempo molto lungo: dal 1943 al 1945. Anche le foibe e l’esodo forzato furono il frutto avvelenato del nazionalismo esasperato e della ideologia totalitaria che hanno caratterizzato molti decenni nel secolo scorso.
“I danni del nazionalismo estremista, dell’odio etnico, razziale e religioso si sono perpetuati, anche in anni a noi molto più vicini, nei Balcani, generando guerre fratricide, stragi e violenze disumane. L’Unione Europea è nata per contrapporre ai totalitarismi e ai nazionalismi del Novecento una prospettiva di pace, di crescita comune, nella democrazia e nella libertà . Oggi, grazie anche all’Unione Europea, in quelle zone martoriate, si sviluppano dialogo, collaborazione, amicizia tra popoli e stati”.
“Le stragi, le violenze, le sofferenze patite dagli esuli giuliani, istriani, fiumani e dalmati – termina il presidente della Repubblica – non possono essere dimenticate, sminuite o rimosse. Esse fanno parte, a pieno titolo, della storia nazionale e ne rappresentano un capitolo incancellabile, che ci ammonisce sui gravissimi rischi del nazionalismo estremo, dell’odio etnico, della violenza ideologica eretta a sistema”.
Anche la ministra della Difesa Roberta Pinotti ribadisce il medesimo concetto, scrivendo su Twitter: “Oggi ricordiamo le vittime delle foibe e l’esodo forzato delle popolazioni istriane, fiumane. dalmate e giuliane: un eccidio pianificato su base etnica, la conseguenza nefasta di nazionalismi”.
Particolarmente significative le parole del parlamentare PdRoberto Cociancich, figlio di esuli fiumani: “Il 10 febbraio, col Giorno del Ricordo, rendiamo omaggio alla memoria delle migliaia di italiani (istriani, fiumani, dalmati) morti nelle foibe e delle centinaia di migliaia che presero la via di un doloroso esilio. Il Partito Democratico si schiera contro ogni giustificazionismo e riduzionismo di tali vicende e contro le strumentalizzazioni politiche che da più parti vengono ancora compiute sui dolorosi avvenimenti del confine orientale. Senza dimenticare il passato, guardiamo all’Europa come un casa trasparente per tutti i popoli europei; un luogo di pace, fraternità e democrazia”.