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Martina: “Se non evitiamo la frattura pericoli anche per il governo”

«Il Paese ha bisogno del Pd. E noi abbiamobisogno di un congresso per ritrovarci, non certo per separarci. Di un nuovo inizio, da costruire insieme. A Emiliano, Speranza e Rossi dico: fate in modo di esprimere le vostre idee nel percorso comune,è proprio quello che avevate chiesto». Il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina è molto preoccupato. E lancia l`ultimo appello, proprio nel giorno in cui la sinistra dem si ritrova a Roma per ufficializzare la scissione.

 
Martina, visto il livello di incomunicabilità non sarà il caso di separarvi consensualmente, come succede nei matrimoni irrecuperabili?
«Non ci credo, non voglio crederci. Diceva Granisci che quando tutto sembra perduto, bisogna mettersi all’opera, ricominciando dall’inizio. Io lavoro – insieme a
tanti – con determinazione per ritrovare il filo. Fino all’ultimo momento e anche oltre.L’importante è rifondare il nostro stare insieme. Detto in altro modo: dobbiamo imparare che in una comunità politica chi vince non comanda e chi perde non delegittima quotidianamente chi ha vinto».

 

Con un’eventuale scissione rischia anche il governo, Martina?

«Un congresso può aiutare l`esecutivo, una scissione temo proprio di no, anzi. Sono preoccupato da una frattura, anche da questo punto di vista».

 

Ma concretamente cosa si può fare?Emiliano ha chiesto a Renzi di spostarea settembre il congresso. Possibile?
«Abbiamo bisogno di un congresso fatto per bene. Va svolto in tempi ordinati, anche in vista del voto amministrativo. Nel percorso possiamo svolgere anche la conferenza programmatica, ma investiamo sulla partecipazione, anziché ripiegarci».

 

La minoranza chiede altro tempo, però. Voi non siete disposti a concederglielo. A proposito, ha sentito Bersani, con il quale ha condiviso un tratto di strada prima di schierarsi con Renzi?

«Per Bersani ho riconoscenza, stima e amicizia, per questo mi ostino a pensare
che ci sia spazio per lavorare insieme, a partire dall’assemblea di domenica. A lui
e a tutti vorrei dire: non è vero che il Pd è di uno solo, ma è di tutti noi. Con la scissione,andrebbe in crisi anche la prospettiva del centrosinistra».

 

In un audio il suo collega Deirio ha rivelato – senza volerlo – un’idea che convince molti, e cioè che Renzi non stia facendo abbastanza per evitare un trauma.
«Delrio ha già chiarito. Credo che anche in queste ore Renzi stia lavorando, lanciando i messaggi giusti. Deve continuare perché tutti, e anche lui, sono chiamati a fare la propria parte. Però sia chiara una cosa: non è un problema di tempi o di modalità congressuali. Se si vuole, un accordo si trova. Ma voglio pensare che non sia questo il terreno su cui costruire il tentativo di mediazione».

 

La scissione segnerebbe il fallimento definitivo del Pd?
«Credo che il Pd serva al Paese. E il Pd vivrà anche dopo domenica. Stiamo attenti a non fare regali alla destra».

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