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Milano, Martina: «La differenza l’hanno fatta l’unità del PD e della coalizione»

La tensione c`è stata, ed è inevitabile ogni qual volta si aspettano gli esiti di unballottaggio, ma l`ha smaltita, il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, così come gli altri esponenti democratici presenti nel quartier generale di Beppe Sala, ben prima del previsto visto che exit poll e proiezioni hanno subito mostrato un andamento unanime della sfida per la prima poltrona di Milano.

Cominciamo dalle emozioni: è stata una notte particolare, come tutte quelle in cui si diffonde il profumo della vittoria politica…

«A Milano è stata una notte di festa che ha ripagato la tanta fatica di questi mesi. Ma è stata anche una notte di consapevolezza: delle nuove sfide che la città ha davanti a sé e del quadro nazionale in cui si inserisce questa bella vittoria».

Un esito niente affatto scontato dopo il risultato del primo turno. Che cosa ha fatto la differenza nelle ultime due settimane di campagna elettorale?
«La grande unità di tutto il Pd e della coalizione. La nostra capacità di aprire ulteriormente
il progetto civico a nuovi protagonisti anche dopo il primo turno. Una mobilitazione convinta e capillare di tutti. E una proposta forte alla città perché sia nei prossimi anni più giusta, più bella, più forte».

Un profumo di vittoria che purtroppo non si è respirato in altre grandi città. Che riflessione si può fare ancora a caldo?
«Bisogna evitare analisi frettolose, così come pensare di ripiegare su un dibattito tutto interno e autoreferenziale. Giusto riflettere a fondo. Ma la risposta non può partire ad esempio da una discussione tutta centrata sul tema del doppio ruolo del premier/segretario.
Così si sbaglia strada. Il punto resta la nostra capacità di leggere la realtà, dei cambiamenti sociali che modificano i comportamenti dei cittadini. Di comprendere debolezze e disagio sociale dando risposte convincenti e realistiche».

Ma è veramente più facile vincere contro il centrodestra piuttosto che
opposti ai Cinque Stelle?
«Certamente i Cinque Stelle godono di una spinta che non possiamo sottovalutare. Si contrastano se si è capaci di leggere per tempo alcuni cambiamenti, evitando di subirli ma determinandoli. Io penso sia possibile offrire una alternati- va forte oltre al nuovismo a 5 Stelle».

La successione di Sala a Pisapia ribadisce il ruolo chiave di Milano e della Lombardia nel centrosinistra.
«Le vittorie di Milano e Varese consolidano ulteriormente il ruolo del PD lombardo anche in chiave nazionale. Guai a noi però se pensassimo che nella nostra regione le sfide siano facili o peggio ancora, guai a non vedere limiti, problemi e temi aperti. A partire dalle questioni sociali e dal rilancio dell`economia territoriale nel tempo globale in cui siamo immersi.
Il territorio continua a essere una faglia da interpretare perché è lì che si scompongono e ricompongono le dinamiche sociali profonde che poi segnano i comportanti elettorali. Per fare questo è essenziale un partito ben organizzato».

Eppure, pensando anche al prossimo appuntamento elettorale per la guida della Regione Lombardia, la coalizione di centrosinistra non mostra più la coesione di qualche anno fa. Qual è il lavoro da fare?

«La destra si è indebolita ulteriormente. Ma questo può non bastare. Il punto è continuare la fatica di un radicamento nella società lombarda con umiltà e determinazione. Ascoltando e proponendo una visione per il futuro capace di poggiare sulla credibilità di persone e impegni realizzabili. In questi anni ciò è accaduto e ora sarebbe sbagliato fermarsi a dormire sugli allori».

Guardiamo al prossimo futuro: quali crede e spera saranno le principali sinergie fra la Giunta Sala ed il governo nazionale di cui lei fa parte?
«C`è molto su cui lavorare. A partire dalle periferie e dal lavoro. Dai fronti su cui sono più esposte le fasce deboli della città: casa, sicurezza, nuovo welfare. La crisi del ceto medio impatta forte in città come Milano. Accanto a questo sarà utile impegnarsi subito per rilanciare la città come frontiera con l`Europa e con il mondo sul fronte della conoscenza, degli investimenti, dell`innovazione. Sono certo che ci si metterà subito all`opera. In
perfetto stile ambrosiano».

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