“Serve impegno straordinario contro il business criminale dei caporali. I dati del rapporto Flai Cgil lo confermano. Su dignità e legalità non si tratta. La legge contro il caporalato ha aperto una stagione di difesa più forte dei lavoratori. Non si tocca!”: così il segretario del Partito Democratico Maurizio Martina ha commentato i dati del rapporto “Agromafie e Caporalato“, a cura dell’Osservatorio Placido Rizzotto della Flai Cgil, illustrato oggi a Roma.
Il rapporto fa il punto sull’economia illegale nel settore alimentare e i dati sono ancora sconfortanti, nonostante la buona legge 199 del 2016 su cui proprio Martina lavorò come ministro dell’Agricoltura: un’azienda agricola su quattro in Italia ricorre all’intermediazione del ‘caporale’ per reclutare la forza lavoro, in tutto sono 30 mila sul territorio nazionale.
Come hanno scritto qualche giorno fa sul Fatto Quotidiano le avvocatesse Monica Rota ed Eleonora Morosini, “gli effetti positivi prodotti da tale legge risultano evidenti dal rapporto annuale dell’attività di vigilanza in materia di lavoro e legislazione sociale dell’Ispettorato nazionale del lavorodel febbraio 2018: sono stati infatti individuati 5mila 222 lavoratori irregolari durante le ispezioni effettuate nel 2017 e 387 vittime di sfruttamento in agricoltura per mezzo dell’attività di polizia giudiziaria; sono, inoltre, stati emessi 360 provvedimenti di sospensione di attività imprenditoriali, di cui 312 successivamente revocati a seguito di regolarizzazione. La normativa si è dunque rivelata efficace sul pianorepressivoe ha favorito percorsi diregolarizzazione; si auspica da più parti un potenziamento degli strumenti diprevenzionein grado di eliminare alla radice un fenomeno criminale che, oltre a violare la dignità e i diritti dei lavoratori, altera il mercato nazionale, affossando le imprese virtuose”.