“Sul glifosato l’Italia ha fatto la battaglia giusta in Europa. Bisogna superare il suo utilizzo. Noi andiamo avanti con il piano zero glifosato entro il 2020″. Lo scrive su twitter il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina, dopo che ieri i governi dell’Unione europea hanno votato per rinnovare per cinque anni l’autorizzazione alla vendita del glifosato, il controverso erbicida. La proposta della Commissione ha ottenuto la maggioranza qualificata, dopo che 18 paesi hanno votato a favore, 9 contro e uno si è astenuto. L’Italia ha votato contro.
“L’ok al glifosatoda parte degli Stati membri dimostra ancora una volta – scrive Gianni Pittella – che abbiamo ragione noi a chiedere più Europa e, soprattutto, un’Europa verde. Il comitato d’appello composto dagli Stati della Ue, infatti, è stato chiamato a decidere circa la messa al bando del glifosato, fortemente voluta dal Parlamento europeo, da noi socialisti e democratici a Strasburgo e anche dal governo italiano e dal Pd. Ma, purtroppo, il comitato ha rovesciato la nostra posizione. Una scelta inaccettabile e scellerata per varie ragioni, di merito e di metodo”.
Sul voto è arrivato anche un colpo di coda: “Il Blog del Movimento 5 Stelle -ha scritto Patrizia Toia in un post Facebook- oggi ha pubblicato una nuova “lista di proscrizione” di eurodeputati, del Pd e di altri gruppi che si sono espressi in parlamento sull’uso del glifosato. Il voto degli europarlamentari è pubblico ed è a disposizione di tutti. Quindi é facile constatare che il voto dei deputati dem si é espresso per bandire il glifosato, posizione che non ha trovato, purtroppo, l’accordo della maggioranza dei governi europei.
Quello che è inaccettabile- continua la Capo delegazione dem- è l’incitamento all’odio ed il linciaggio sui social media, organizzato scientificamente da siti e profili che, direttamente o indirettamente, fanno riferimento all’universo 5 Stelle.
Il nostro lavoro al parlamento europeo si è sempre svolto alla luce del sole e si è sempre ispirato alla difesa degli interessi nazionali, della salute e della dignità del cittadino.
Stiamo consultando i nostri uffici legali per valutare eventuali azioni penali.
Nel frattempo chiediamo a Luigi Di Maio, candidato premier, di dissociarsi da questa pratica orrenda delle “liste di proscrizione”, tristemente sperimentata dagli italiani anche durante il ventennio fascista.
Sappiano, i dirigenti ed i parlamentari del M5S -conclude la Toia- che non ci faremo intimidire né da loro, né da coloro che, violentemente, operano indisturbati sul web”.