Orlando è un po’ sotto le attese, Andrea Martella? Come legge questi numeri lei che coordina la mozione congressuale dell’ex Guardasigilli? «Non mi sembra affatto. Ottenere intorno al 30%, in un Pd che al 90% è in mano a Renzi, è davvero significativo. E guardate la distribuzione del voto: noi andiamo bene al Centro-Nord, meno bene al Sud: e dire che Renzi nel Mezzogiorno aveva promesso di arrivare con il lanciafiamme, invece si è appoggiato sui capibastone. Noi, per dire, in alcune realtà non abbiamo neanche partecipato: a Crotone, Scampia, Pompei, ad esempio, perché non c’erano le condizioni di regolarità».
Scusi, ma a suo avviso Orlando non ha fallito l’assalto alla leadership? Pensa davvero che in un mese sia possibile ribaltare la partita?
«Non penso, anzi credo che la guida del Pd sia contendibile con le primarie del 30 aprile. Esce un messaggio preciso da questo voto: nonostante le condizioni di oggettiva difficoltà in cui ci siamo ritrovati, possiamo farcela. E anzi le dico di più: Andrea è l’unico che può davvero unire il centrosinistra. Questo diremo in vista dei gazebo».
Non è l’ex premier il leader con più chance di vittoria alle politiche? «Renzi non va bene, è divisivo. Può anche vincere tra gli iscritti o nei gazebo, ma rischia di perdere le elezioni».