Il confronto era partito già a settembre, quando Andrea Martella, del Pd, è diventato sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria. Ma la “notte bianca delle edicole”, con cui il sindacato degli edicolanti ha voluto richiamare l’attenzione sulla loro crisi, porta Martella a scoprire le carte: «Lavoriamo per aumentare il credito di imposta per le edicole, perché siamo convinti che per sostenere l’editoria si debba aiutare anche chi vende i giornali».
Cosa è stato fatto fino a oggi?
«Ho incontrato tutte le sigle per mettere a fuoco i problemi del settore. Nell’ultima legge di bilancio abbiamo inserito un credito di imposta di circa duemila euro annui per esercizio, grazie alla possibilità di compensare le tasse locali come Tari e Tasi e le spese di affitto. I gestori delle edicole ci dicono che spesso è proprio l’affitto la spesa maggiore per loro».
Gli edicolanti chiedono che parte delle sovvenzioni all’editoria siano destinate a loro. È fattibile?
«Beh, l’abbiamo già fatto, perché appunto il tax credit è finanziato con i 17 milioni per l’editoria in legge di bilancio. E sono risorse che speriamo di aumentare per alzare non soltanto il credito di imposta ma anche per sostenere nuovi modelli di business».
Quindi fondi a chi offre anche servizi postali o informazioni turistiche?
«L’informatizzazione sarà uno dei cardini: stiamo parlando con l’Anci per fare in modo che le edicole eroghino servizi anagrafici e diventino un punto dove chiedere un certificato di nascita o di residenza. Insieme al ministro per il Sud e la coesione territoriale, Provenzano, stiamo lavorando a un progetto per inserire le edicole tra i soggetti beneficiari dei contributi per interventi di sostegno alle attività economiche, artigianali e commerciali delle aree interne».
Però il sindacato sostiene che nei piccoli centri le edicole hanno sempre offerto più merci e se la passano meglio, mentre il problema sono i grandi centri.
«Come detto, il tavolo di confronto è aperto con tutti, edicolanti, editori e distributori e le nostre proposte sono varie: c’è il sostegno agli acquisti dei giornali nelle scuole e il piano per l’editoria 5.0 dedicato al post digitale. Ma il rilancio dell’editoria non può prescindere dalle edicole».