Marina Sereni, oggi lei sarà in direzione. Renzi chiede di evitare rotture.
«Nessuno vuole divisioni artificiali, ma penso che bisogna recuperare il ruolo degli organismi dirigenti. E bisogna farlo nel migliore dei modi. C’è un punto che va chiarito: chi parlerà a nome del Pd nelle prossime settimane? Avevamo chiesto a Martina di farlo. Il reggente ha cercato di interpretare questo ruolo con la collegialità».
Quindi bisogna votare per rinnovare la fiducia a Martina?
«Io penso di sì. Non c’è più il tema del dialogo con M5S – e io sarei andata al confronto, pur non dando per scontato l`esito ma ora, dopo le parole di Renzi in tv, il punto è capire chi rappresenta il Pd».
Ma Renzi dice: “Possibile che solo io non possa parlare”?
«Renzi è il segretario che si è dimesso senza venire all’unica direzione convocata dopo le elezioni. La sua intervista a pochi giorni dalla direzione è stato un macigno, lo stesso presidente della Repubblica aveva deciso di aspettare la riunione di oggi per valutare l’esito dell’esplorazione affidata al presidente della Camera. Ma Renzi ha delegittimato la direzione, il suo intervento non è come quello di chiunque altro di noi. Mi sarei aspettata maggiore rispetto per il lavoro della delegazione che è salita al Quirinale e che ha incontrato Fico. Una delegazione che non è un manipolo di anti-renziani, visto che ci sono i due capigruppo e Orfini, oltre a Martina».
E cosa pensa del documento di Guerini che chiede di evitare la conta in direzione?
«Quel documento fa una conta chiedendo di non andare alla conta. Hanno fatto sapere che la maggioranza dei senatori e dei deputati avrebbero firmato. È un po` singolare, capisco lo spirito di chi può aver firmato davvero per evitare ulteriori divisioni. Ma gli organismi dirigenti sono fatti per prendere delle decisioni. Dopo quanto accaduto, c’è un punto da chiarire: siamo davvero convinti che Martina debba guidare il Pd in questa fase? La decisione da prendere riguarda il Pd e, in particolare, il ruolo di Martina. Che io spero venga confermato in maniera unitaria».