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Marcucci: “Nessun governo insieme ma con Salvini scriviamo le nuove regole del gioco”

Con Salvini non farebbe nessun governo, ma in linea con quanto hanno deciso i vertici del suo partito, anche il capogruppo al Senato Andrea Marcucci tende la mano alla Lega sulla legge elettorale.

Sperando che anche senza la promessa del voto anticipato, il leader del Carroccio si convinca a convergere sul sistema che piace ai Dem e ai 5stelle, un proporzionale corretto in modo da avvantaggiare i partiti maggiori.

Voi del Pd pensate sia seria questa svolta bipartisan di Salvini sulle riforme?

«Lo vedremo presto, la maggioranza comunque gli sottoporrà un modello di legge elettorale. Starà alla Lega, come a Forza Italia e a Fratelli d’Italia, valutarla. Io credo che concordare insieme un passo di questo tipo sia un’azione positiva per tutti».

Ma a quelli che soffrono un governo con i 5stelle l’offerta di Salvini di un governo di unità nazionale potrebbe risultare interessante, o no?

«Le dico la mia: io con Salvini non potrei fare nessun governo, abbiamo già visto purtroppo il senso delle istituzioni che ha l’ex ministro dell’Interno. Ci sono state vicende, anche recenti, dove Salvini avrebbe potuto mostrare più amore per l’Italia ed invece ha tentato solo di lucrare. Penso all’Ilva e al Mes».

Dunque non credete che Salvini manterrà la parola data da Giorgetti per un accordo su una nuova legge elettorale con voi e M5S?

«La legge elettorale è un capitolo a parte. Le regole del gioco andrebbero condivise da tuffi. Non si cambia sistema per “fregare” qualcuno, ma per far funzionare il Parlamento».

Pensa che alla fine la Lega potrebbe sposare un’intesa sul modello proporzionale corretto per tenere fuori i piccoli partiti? O darà corda a Renzi promettendogli la soglia al 3% in cambio di una crisi di governo?

«Resto ai fatti: nell’ultimo tavolo di maggioranza, Maria Elena Boschi ha dato il via a nome di IV a una soglia nazionale del 5%. Quanto alla Lega, ha convenienze sia a un proporzionale con soglia determinata, sia a uno con so- glia variabile».

Non è che Renzi fa così per bloccare ogni accordo e tenersi la legge attuale con lo sbarramento al 3%, vista la crisi dei sondaggi?

«Penso che Renzi supererà in scioltezza le soglie possibili della legge elettorale. Certo, c’è un altro contraente che può avere dei problemi con il tetto del 5% ed è Leu. Ma troveremo una posizione condivisa nella maggioranza».

Ma se dovesse cadere Conte, non potrebbe realizzarsi un’ipotesi Draghi per un govenro costituente?

«Conte non cadrà, la maggioranza deve trovare una modalità di azione meno masochista».

Lei che ha il polso del Senato, può dirci se convenga prendere al balzo l’offerta di Salvini per stanarlo, prima che crolli la maggioranza per qualche incidente?

«Le ripeto, sono ottimista, passare dalla legge di bilancio è stata comunque una prova ardua, ma alla fine avremo mantenuto le promesse fatte ad agosto».

Ultima cosa: visto come vanno i sondaggi, direbbe che il suo amico Renzi ha sbagliato a uscire dal Pd?

«Non ero d’accordo con lui quando l’ha fatto, tanto che sono rimasto nel Pd a tenere alto il vessillo riformista. Oggi Renzi è sotto un forte attacco mediatico e giudiziario e gli auguro di uscirne indenne. Nella mia idea di centrosinistra, Pd ed IV sono partiti alleati, come succederà a breve in Toscana».

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