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Marcucci: “Anche con un secondo round la linea Pd resterà quella dell’opposizione”

Voi del Pd cosa direte a Mattarella, presidente Marcucci?

 
«La nostra delegazione ha un mandato chiaro da parte della direzione: in un rapporto di confronto e di rispetto per le prerogative del Colle, la posizione politica è stare all’opposizione, visto l’esito del voto».
 

Qualcuno sostiene che dire “l’esito del voto ci ha mandato all’opposizione” sia improprio in un sistema proporzionale. Sbagliato?

 
«Intanto oggi siamo in un sistema elettorale che per un terzo è maggioritario. E poi ci sono forze che hanno chiaramente vinto, M5S e il centrodestra a trazione leghista, che è la coalizione arrivata prima. Ci auguriamo siano responsabili e decidano di esercitare il loro mandato».
 

E resisterete sull’Aventino anche se nel vostro partito c’è un folto partito del dialogo?

 
«Tutto il Pd è il partito del dialogo, l’Aventino è una barzelletta. Noi vogliamo fare opposizione rilanciando i nostri programmi, esercitando il controllo ed accogliendo magari pure proposte della maggioranza, senza l’atteggiamento del no pregiudiziale che ebbe M5S».
 

Pensate davvero che Gentiloni, Orlando e Franceschini, ben sapendo che Renzi e i suoi parlamentari sarebbero contrari, ritengano realizzabile un governo Pd-M5S che avrebbe bisogno di tutti i voti dei gruppi Pd?

 
«Io ho parlato con tutti e tre e non ho l’impressione che qualcuno sia a favore di un governo M5S-Pd. Poi non ho sentito uno dei 52 senatori Pd a favore di un governo del genere. Poi ci sarà pure il desiderio da parte di alcuni di trovare un posizionamento per un fronte di governo ma sono certo non sia riferibile ai leader del partito».
 

Cosa pensate dello scenario riportato da La Stampa di “un governo della Consulta” con i voti M 55-Pd-Leu?

 
«Con la premessa che vanno rispettate le funzioni di Mattarella, il quale farà le consultazioni e farà le sue verifiche, credo ci siano le condizioni per un governo di centrodestra con i 5Stelle. Qualora non si dovesse realizzare, il Pd ha senso di responsabilità, ma non ci sono le condizioni per ragionare di questi scenari. Il Pd non entrerà al governo».
 

Quindi se lo stallo produrrà un secondo giro di consultazioni voi non cambierete posizione?

 
«Un secondo giro vorrebbe dire che saranno emerse delle novità che andrebbero valutate. Però ribadisco che la nostra linea è e sarà: opposizione».
 

Quindi non è vero che voi renziani accettereste solo di fare un governo col centrodestra?

 
«Assolutamente no e aggiungo che la compattezza dei gruppi parlamentari è dimostrata finora in ogni passaggio».
 

L’Assemblea per eleggere il segretario sarà convocata a giugno dopo le comunali?

 
«Potrebbe essere opportuno un posticipo ma a decidere sarà la presidenza del partito».
 

Confermerete Martina o voi renziani avrete un altro nome?

 
«Lui è un candidato autorevole per come sta gestendo questa partita, ma se ci fossero sbocchi definiti non ci sarebbe bisogno dell’Assemblea. Quindi ogni ragionamento è aperto».

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