“Il capolavoro della destra sulla carta cultura e merito per i giovani – che cancella 18APP – arriva a livelli inimmaginabili: tagliano i fondi, complicano le procedure, e concepiscono l’accesso alla cultura come un premio e non come un diritto universale. Confermano così quella idea distorta di merito che è premiare chi già ce la fa, punire chi fa fatica. Una visione paternalista che penalizza solo i più giovani e l’intero comparto culturale”.
Lo scrive in una nota, Irene Manzi, capogruppo Pd in Commissione Cultura.