Sintesi dell’intervista di Paola Di Caro su Il Corriere della Sera.
“Noi abbiamo sempre parlato di metodo condiviso per arrivare a un nome non divisivo, di alto profilo, europeista. Mai come in questo momento c’è bisogno di eleggere un Presidente con la maggioranza più ampia possibile. Il nome di Berlusconi non favorisce questo metodo, quindi Salvini faccia chiarezza con il centrodestra. Il Segretario Letta chiederà un mandato forte per guidare tutta la nostra comunità in questo snodo cruciale”. Così Simona Malpezzi, Capogruppo del PD al Senato nella sua intervista al Corriere.
“L’elezione del Capo dello Stato deve avvenire mettendo al contempo in sicurezza la continuità dell’azione di un governo che sta facendo molto bene”, spiega Malpezzi. “Il Pd è il partito che con più serietà sostiene il governo. Abbiamo chiarissimo l’orizzonte che si profila per il nuovo anno: gestione della pandemia, attuazione del Pnrr, le sfide europee come la riforma del patto di Stabilità. Per tutte queste ragioni riteniamo che la legislatura debba concludersi alla sua scadenza naturale. Il Paese ha bisogno di stabilità. Sulla responsabilità il Pd non prende lezioni”.
La Capogruppo sottolinea: “Mi dispiace che chi dal Pd è uscito – si chiami D’Alema o Renzi – continui a dire cosa il Pd dovrebbe fare soprattutto in un momento in cui, grazie anche al lavoro importante con le Agorà, il Pd sta proprio facendo il Pd: perno di un campo progressista e riformista, capace di parlare a più mondi possibili”.
Sul nuovo decreto Covid aggiunge: “Riteniamo che l’obbligo vaccinale generalizzato sia la strada migliore, prevederlo sopra i 50 anni è un buon risultato, la Lega era contraria. Sulla scuola serve che i tracciamenti funzionino davvero, con canali preferenziali per i tamponi, e accompagnare i genitori dei più piccoli verso il vaccino. L’adesione nella fascia 5-11 è troppo bassa”.
“L’obiettivo per cui è nata questa maggioranza è portare il Paese fuori dalla pandemia e farlo ripartire economicamente. Abbiamo già raggiunto molti risultati ma c’è ancora tanto da fare”, conclude Malpezzi.
Intervista integrale su Il Corriere della Sera.