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M5S, Di Maio fa prevalere il codice 5 stelle sulla legge italiana

“Di Maio offre una prova sconcertante di inadeguatezza istituzionale. Esistono leggi italiane valide per tutti, esistono statuti che i partiti si danno per rispettare le regole all’interno del loro gruppo”, commenta Alessia Rotta della segreteria PD.

“Non distinguendo i diversi piani non si rispettano le istituzioni e l’intelligenza degli italiani e si cerca di confondere le acque sperando di trarre un vantaggio elettorale da tutto ciò. In casa 5 stelle cosa accadrà lo decide il tribunale della Casaleggio associati.

Formula oscura a discrezione del caso, di chi è coinvolto e di come torna comodo. I 5 stelle a contatto con la realtà evaporano in mille furbesche contraddizioni, amministrare per loro è una missione impossibile”.

“Di Maio conferma tutta l’inadeguatezza dei grillini quando si tratta di amministrare il bene pubblico. Dove sono falliscono: da Quarto a Gela, da Livorno a Pomezia passando per Civitavecchia e fanno danni. E, ciò che è peggio, quando questo avviene assistiamo a preoccupanti operazioni di rimozione, a surreali fughe dalle proprie responsabilità”. Così dice Ernesto Carbone, della segreteria PD.

Sentire il vicepresidente della Camera non solo interpretare le leggi dello Stato a suo uso ma addirittura sottometterle ai loro codici di condotta la dice lunga sull’inadeguatezza del movimento e della sua classe dirigente. Esiste la legge e non le libere interpretazioni affidate ad un codice preparato nelle stanze di un privato”.

Anche per Emanuele Fiano, della segreteria PD, i numeri denunciano il fallimento amministrativo 5 stelle. “Il fallimento dei cinque stelle nei comuni lo denunciano i numeri, non c’è solo il caso Livorno con sindaco e assessore al Bilancio indagati: hanno vinto in 17 amministrazioni, collezionando espulsioni, guai giudiziari e dimissioni in 13 casi, il 75% del totale, 3 amministrazioni su 4.

Dalla cacciata dei sindaci di Gela, Quarto e Comacchio ai guai per sanatorie edilizie in favore di assessori o loro parenti come a Pomezia e Bagheria, dagli esposti giudiziari contro il sindaco presentati dagli stessi consiglieri M5s come ad Assemini in Sardegna al caso Parma, il sindaco Pizzarotti ripudiato dallo staff Grillo&Casaleggio.

Nel 50% dei casi in cui hanno vinto, 8 amministrazioni su 17, è finita con le espulsioni di sindaci, assessori o consiglieri. A questa tornata elettorale di giugno, si presentano solo nel 18% dei comuni in cui si vota, 251 su 1368. Di fronte a questo quadro disarmante, come pensano di poter governare città come Roma, Milano, Napoli o Torino?”

Fiano: “La doppia morale è una malattia mortale per la democrazia“.

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