“Di Maio continua a giustificare l’ingiustificabile. La solita farsa di chi usa le parole trasparenza e democrazia senza comprenderne appieno il significato e dimostrando che si tratta dell’esatto contrario. Una dittatura, altrove si direbbe. Forse i 5 stelle con questo “trucchetto” vogliono far pagare ai loro candidati, trasformati in sudditi, la multa per la mancata presentazione del bilancio, rendendo ancora più chiaro che l’apparenza è soppiantata dalla cieca obbedienza, che risponde al tribunale supremo dalla “santa inquisizione” della Casaleggio e associati. I fatti parlano di un partito teleguidato dalla Casaleggio & associati, che adesso intende anche mettere sotto controllo la vita delle amministrazioni. Dal Direttorio siamo passati al ‘dittatorio’ composto da volenterosi galoppini dell’utilizzatore finale Casaleggio”. Così Alessia Rotta, responsabile Comunicazione del PD.
Per Ernesto Carbone, responsabile P.A., Innovazione e Made in Italy del Pd, la trasparenza e la democrazia provocano l’articaria la M5S.
“Di Battista e i 5 stelle sono in grande difficoltà e insultano per non dare risposte alle tante questioni che li riguardano. Da Quarto e la camorra, agli abusi edilizi a Bagheria, passando per il codice con cui Casaleggio vuole assoggettare i suoi candidati per controllare persino le amministrazioni, fino alla assenza di trasparenza dei loro bilanci. Parlano poi di pugno duro, misure e lessico da ventennio. E comunque è singolare sentire Di Battista parlare di voto di scambio quando proprio il suo partito ha votato contro la norma che sanziona questa pratica. Non c’è niente da fare ai 5 stelle quando si parla di democrazia e trasparenza viene l’orticaria”.