“In una conferenza stampa dai toni spesso surreali, l’onorevole Di Maio ha raggiunto vette impensabili quando si è messo a deplorare il governo e il premier, perché la manovra economica imperniata sulla flessibilità ci avrebbe ‘resi ridicoli agli occhi delle istituzioni europee’.
Magari (è un’ipotesi) Di Maio ha frainteso le misure del Def perché gli hanno spedito un’e-mail non sufficientemente chiara: vorrà dire che gli manderemo un opuscolo. Piuttosto il vicepresidente della Camera dovrebbe chiarire, una volta per tutte, se il M5S di cui sostiene di essere uno dei leader è favorevole o contrario all’Unione Europea. Perché, dopo aver straparlato per anni di “un’Europa dei burocrati e delle banche”, che nasconde il volto di una “perfida troika”, e di moneta unica come “cappio al collo” che soffoca i cittadini italiani, suona davvero stupefacente ascoltare oggi i portavoce di Grillo ergersi ad alfieri di Bruxelles.
Un minimo sindacale di coerenza ci vorrebbe. Soprattutto da parte di chi occupa una carica istituzionale e si candida, al netto dei furiosi scontri intestini, al governo del Paese. Altrimenti si rischiano figure ridicole”. Così Alessia Rotta della segreteria del Partito Democratico.
Di Maio inaugura la nuova politica estera cerchiobottista dei 5stelle: equivicini a Usa e Russia, né di qua né di là
— Ernesto Carbone (@ernestocarbone) October 17, 2016