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M5S, i flop di governo

Hanno ancora tempo per cambiare. Ma a oggi ce n’è abbastanza per ritenere che i
5 Stelle siano inadatti a governare. Per motivi “strutturali”, indipendenti dai valori cheprofessano e dagli obiettivi che perseguono (alcuni peraltro condivisibili). Lo avevamo già scritto,che le anomalie nel rapporto con gli amministratori e nella gestione dei conflitti locali interni prima o poisarebbero esplose. Lo dicono i numeri, imbarazzanti se confrontati con gli altri partiti.

Ben 13 Comuni amministrati dal M5S su 17 sono in mezzo a beghe giudiziarie, il 75% del totale.Il 100% dei sindaci pentastellati di città capoluogo sono stati raggiunti da un avviso di garanzia (Parma eLivorno)! Se questo fosse il metro, il Pd con il 2% di Comuni sotto indagine tra quelli che amministra avrebbe buon motivo per urlare nelle piazze ONESTÀ! ONESTÀ! ONESTÀ! Ma lo sconsigliamo.

Le non-regole del non-statuto stanno creando una guerra di tutti contro tutti. Rese dei conti in cui alcuni sindaci vengono cacciati con un tweet mentre altri nelle stesse condizioni ricevono la grazia. Per far decollare un movimento o per guidare la guerriglia parlamentare dai banchi dell’opposizione, un’organizzazione in cui l’esercizio arbitrario del potere interno non vincolato da regole impersonali e scritte è l’unico principio d’ordine può funzionare allo scopo. Ma per svolgere ruoli di governo non regge, e se regge diventa pericolosa, per quattro motivi.

Primo: il commissariamento esternosulle decisioni. In base ad un nuovo
regolamento dei 5 Stelle, adottatoper ora a Roma e a Bologna, tuttigli atti di «alta amministrazione»devono passare al vaglio dell’ormaimitico «staff di Beppe Grillo», conuna penale di 150mila euro per chitrasgredisce. In pratica, prima di ogni decisione rilevante, e quale nonlo è, occorre rivolgersi a controllori
esterni. Ma chi controlla icontrollori? Come si concilia conl’esigenza di dare risposte veloci alleemergenze crescenti dei cittadini?Come faranno sindaci e assessorieterodiretti a prendersi laresponsabilità per quello chedecidono? In effetti, l’unico sindacoche ha provato a ritagliarsi un po’di autonomia, Pizzarotti a Parma, èstato scaraventato fuori pista allaprima curva utile.

Secondo: il divieto di fare alleanze ecompromessi è a lungo termineinsostenibile. Che piaccia o no, perrisolvere problemi complessi occorremediare tra interessi contrapposti,trovare faticosamente soluzioninegoziate per evitare l’immobilismo. Pensare che si possano dettarericette unilaterali e farle approvareda parlamentari o consiglieriobbedienti è pura illusione. Varrànella prossima legislatura anche se
entreranno in vigore riformacostituzionale e Italicum. Valeanche per un partito «a vocazionemaggioritaria», come dimostra ilgoverno in carica, che i grillini contraddicendosi criticano per laragione opposta, perché avrebbe la pretesa di prevaricare.

Terzo: il giustizialismo inflessibile …con alcune eccezioni. La retorica dei5 Stelle sull’onestà, diventata unagara già persa ad essere più puridegli altri, si sta rivelando unclamoroso boomerang. O tutti sonocolpevoli sin da un avviso di apertura di indagine, in barbaall’articolo 27 della Costituzione,oppure si prende atto che un avvisodi garanzia non è una condanna. Ilgiudizio arbitrario, caso per caso, el’incertezza della pena non fannoche accentuare la dipendenza degli amministratori dall’anonimamanina che scrive dall’accountemail dello «staff».

Quarto: il dilettantismo comemetodo di selezione della classedirigente. Il mito del «siamo tuttiservi inutili delle idee delmovimento» è, appunto, un mito.
La politica è conflitto di opinioni edi ambizioni, anche personali.L’idea che il cittadino qualunquepossa fare il ministro, interagire conle istituzioni europee e internazionali, è pura utopia. Perquesto la teoria originaria è stataibridata con l’altra, ora più in voga,che «le cose le fa chi è capace difarle». Però Roberto Fico hacandidamente confessato,nell’ennesima apparizionetelevisiva, che un primo ministro oun sindaco è prima di tutto un meroportavoce dei cittadini.

Come dire:le sue qualità personali sonosecondarie. In effetti lo sono, se deveprendere ordini dalla voce delpopolo trasmessa attraverso la maildello staff.

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