“Di Maio oramai finisce per credere alle bugie che racconta. Nessuna spiegazione davanti alle firme false, anzi agli atti c’è solo il tentativo di sminuire la gravità dei fatti con la favola dell’ errore di copiatura, mentre le firme erano false. E poi lo scarico di responsabilità con la farsa delle autosospensioni. Tredici indagati, parlamentari che si rifiutano di rispondere e che non fanno la prova calligrafica ma restano tutti al loro posto
L’ennesima Waterloo della legalità in casa M5S e dei vertici, che, a partire da Grillo, hanno prima taciuto, poi mentito e poi si sono nascosti dietro o probiviri”. Lo dichiara Ernesto Carbone, della segreteria nazionale del Pd.
Il duo Grillo-Casaleggio è Bufale Spa, sulla rete, sul referendum e sulla #grillopoli delle firme false.
— Alessia Rotta (@alessiarotta) November 30, 2016
“M5S è sempre più il partito delle bufale e delle menzogne. Tra la grillopoli delle firme false, alle bugie di Grillo, Di Maio e Di Battista che si lavano le mani di tutto, fino alle bufale seriali sparse sulla rete.
Uno vale uno è un inganno e il Movimento non esiste, è solo uno “spotnik” del blog della Casaleggio associati. Buono a far portare ad attivisti e parlamentari, pagati con i soldi pubblici, click utili solo agli interessi dei proprietari.
Zero democrazia, zero verità, zero trasparenza”. Così David Ermini, della segreteria del Pd.
Per Andrea Romano, parlamentare dem e condirettore de l’Unità, “Di Maio ha perso il senso della realtà e racconta solo frottole: di fronte alla gravità delle firme false a Palermo, per cui ci sono 13 indagati, si racconta la favoletta della sospensioni, nel flebile tentativo di sminuire quanto è avvenuto. Indagati muti di fronte ai magistrati e che addirittura si rifiutano di sottoporsi agli esami calligrafici per appurare la verità dei fatti. A Di Maio bisognerebbe dare l’oscar per la recitazione quando afferma che la magistratura deve fare il suo corso, se i suoi a Palermo sanno fare solo scena muta.
Per adesso quel che è certo che i paladini della legalità e dell’onestà stano dando prova dell’esatto contrario. Sicuramente mostrano la loro grande abilità nel mistificare la realtà. Più che altro sembrano i campioni delle farse, anzi delle farse a cinque stelle”.
“Di Maio come Ponzio Pilato: dei 13 indagati per la Grillopoli delle firme false se ne lava le mani. Cosa vuol dire che sono sospesi? Ricevono ancora lo stipendio? Saranno sospesi fino a sentenza? Chi lo decide? Il Tribunale del Blog? La verità è che sono tutti al loro posto”, sottolinea Emanuele Fiano, responsabile Sicurezza del Pd.
“L’unica cosa che ha saputo fare è stato mentire due volte: la prima sul fatto che le firme fossero false. Inchiodato poi dalle confessioni della La Rocca si è rifugiato nella buffonata delle autospensioni. Mentendo una seconda volta quando ha affermato che avevano reagito subito. Quando invece è stata necessaria l’inchiesta delle Iene per scoperchiare il caso e la confessione di un loro esponente per farlo scontrare con la realtà dell’ennesima dimostrazione di inaffidabilità istituzionale”, conclude Fiano.
Gli indagati #M5s di #firmefalse sono ancora sulle loro poltrone, con i loro stipendi. Sempre più garantismo a targhe alterne e #grillopoli
— Stefano Esposito (@stefanoesposito) November 30, 2016
Nessuna responsabilità vertici, parlamentari dissidenti espulsi, parlamentari indagati per #firmefalse sospesi. È sempre doppia morale #M5S
— Andrea Marcucci (@AndreaMarcucci) November 30, 2016
#firmefalse+
dubbie collaborazioni della #Raggi+
oscure manovre sul web raccontate da buzzfeed =
zero in trasparenza e democrazia per #M5S— Francesca Puglisi (@PuglisiPD) November 30, 2016