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‘L’Italia a Mezzogiorno: è l’ora dello dello sviluppo’

Alla Festa nazionale de L’Unità, in corso di svolgimento nei giardini di Villa Bellini a Catania, prende il via alle 18.30, al palco centrale l’incontro: ‘L’Italia a Mezzogiorno: è l’ora dello dello sviluppo’. Partecipano Claudio De Vincenti, Stefania Covello, Carmelo Barbagallo, Stefan Pan. Modera il dibattito Claudia Daconto.

E’ davvero l’ora dello sviluppo per il Mezzogiorno?
Covello risponde che il Sud nell’ultimo ventennio non è mai stato protagonista, mentre oggi i numeri parlano chiaro. Il segno della ripresa c’è ma sappiamo che è un segno debole e che c’è ancora tantissimo lavoro da fare. Esattamente un anno fa l’argomento cardine di una Direzione PD fu il Mezzogiorno e da li sono partiti i Masterplan per il Sud, i Patti per il Sud. Grazie a Renzi e al sottosegretario De Vincenti, si è riusciti a personalizzare Regione per Regione. Mentre dalla gente, sono arrivati gli stimoli forti e necessari per determinare una direzione. In questo si può dire che il PD ha colmato la carenza tra istituzioni e cittadini”.

Sui Fondi europei, “all’Inizino del 2014 l’Italia era riuscita a spendere si o no il 15%; oggi il 100%. E’ necessaria una sinergia tra le istituzioni, in quanto non è solo un problema di soldi, ma di saperli spendere bene. Quando ci sono delle peculiaretà forti bisogna sempre valorizzarle. Anche i nostri amministratori stanno cambiando. Rispetto a questo, Renzi con grande intuizione ha creato il dipartimento Mezzogiorno e Fondi europei al PD. Questo significa che si vuole aiutare il Mezzogiorno e potenziare le piccole e medie imprese”.

 

Perché il sistema Italia fa fatica a sfruttare le potenzialità del Sud? E i Fondi europei? De Vincenti risponde che “di quei 100 miliardi di Fondi strutturali, circa due terzi sono italiani. L’impegno del governo e delle istituzioni sarà per spenderli sempre tutti questi fondi. Oggi li abbiamo spesi tutti e ciò significa che quando le istituzioni si impegnano ad agire ci riescono.

Sulle potenzialità italiane
De Vincenti sottolinea che “è necessario aprire alla produttività e alle imprese. I dati ci dicono che la situazione non è tutta azzurra. E’ complessa, ma è giusto rivendicare che il cambiamento di segno nei dati dell’occupazione è frutto del lavoro del governo Renzi. Abbiamo sfidato l’Europa su questo terreno e abbiamo preso delle iniziative che hanno avuto senso: dagli 80 euro, all’Irap, per rilanciare l’economia italiana e il 2016 non è finito.
L’Italia e l’Europa hanno bisogno di crescere molto di più. Il Masterplan è una strategia fondamentale di questa partita è servito per fare leva sulle capacità e competenze lavorative del territorio. Il Mezzogiorno ha delle eccellenze fondamentali e dobbiamo fare perno su di esse. Insieme si lavora e si analizzano le peculiarità locali e si capisce quali siano le necessità singole dentro un progetto nazionale. Stiamo cercando di collegare il Sud al Nord.

 

Il Masterplan e il patto per il Sud “sono un modo grazie al quale insieme agli enti locali definiamo le priorità per i cittadini e costruiamo gli strumenti per rilanciare tutto il Mezzogiorno e le regioni e le città del Sud. E’ un metodo di lavoro diverso dal passato non c’è una pianificazione calata dall’alto o una mera distribuzione di fondi, ma c’è una responsabilizzazione reciproca tra governo, regioni e comuni per rimuovere gli ostacoli e andare avanti nel modo giusto rendendone conto ai cittadini”, conclude il sottosegretario.

 

Anche in Confindustria c’è soddisfazione? Pan conferma che “il potenziale è grandissimo. Abbiamo un punto di partenza molto forte. Il messaggio centrale che esce è che c’è un indice composito che contiene 5 indicatori: Pil, export, occupazione e imprese, che sono in crescita, solo gli investimenti sono fermi. Ma la fiducia è fondamentale per la crescita. Abbiamo 50mila posti di lavoro in più, 10mila imprese in più. I giovani sentono la capacità di poter iniziare nuovi progetti, ci sono molte start up innovative. Inoltre le imprese più grandi e quelle che lavorono in rete evidenziano che il Sud ha un potenziale enorme ancora inespresso. Il Sud può diventare il razzo dell’Italia. Dobbiamo combattere sia la povertà che la demagogia, estrarre i veri numeri e ragionare”.

 

I dati sulla disoccupazione al Sud descrivono il campo ancora complesso. Barbagallo risponde che “è importante riqualificare e intervenire sul personale. Piuttosto che pessimista o ottimista riguardo la situazione economica, posso dire di essere determinato ad uscire dalla crisi. Noi siamo disponibile per attrarre imprese nel Mezzogiorno”.

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