Sintesi della lettera di Enrico Letta al direttore del Corriere della Sera
Caro direttore,
per M5S e Terzo polo la nuova legislatura è iniziata come era finita la precedente: tutti contro il Pd. Calenda, Conte e Renzi sono ancora in campagna elettorale, (…) tutti e tre ritengono che fare opposizione al Pd sia più redditizio che fare opposizione al governo più a destra della storia della Repubblica. È una scelta priva del benché minimo senso di responsabilità istituzionale. (…)
L’esordio del governo ha surclassato ogni previsione. Un debutto a base di selezione anticostituzionale dei migranti, tentativi di compressione della libera espressione del dissenso, afonia sul lavoro e contro il caro vita, tentennamenti sulla politica economica.
Di fronte a questo l’Italia avrebbe bisogno di un’opposizione doppiamente solida, in grado di convogliare tutte le energie per contrastare la destra anzitutto sulle misure contro recessione, inflazione, malessere sociale. Per conto nostro ci siamo mossi con spirito unitario chiedendo un coordinamento delle opposizioni. (…)
È un ruolo che rivendichiamo con orgoglio: prima, sempre, viene il Paese. E’ la nostra storia ed è una cultura politica che esalta la comunità e il bene comune e che vive l’impegno politico per il tramite della funzione di intermediazione attribuita dalla Costituzione al partito. E il Pd è un partito, che non è proprietà di nessuno se non dei suoi iscritti, militanti, elettori. A questo ruolo e a questo orgoglio mi riferisco per rispondere agli argomenti espressi ieri da Roberto Gressi sulle difficoltà attuali del Pd. Guardiamo al contesto: siamo oggetto di una quotidiana «opposizione all’opposizione» e questo fa da sfondo al congresso e incide sul suo svolgimento nel racconto pubblico.
Quali partiti hanno fatto di recente o fanno ancora congressi veri con leadership contese da più candidati? Nessuno. (…) Noi abbiamo una vera democrazia interna, gli altri no. (…)
Nessuno sa chi diverrà il nuovo segretario del Pd perché saranno aderenti, iscritti ed elettori a deciderlo. E sarà un congresso efficace proprio perché l’esito non è scontato e perché noi, e solo noi, abbiamo il coraggio e la forza di porci domande scomode fin qui inevase. (…)
Col congresso fisseremo l’agenda della nostra opposizione, nel Paese e in Parlamento. Ci saranno, da qui a Natale, eventi pubblici e una grande mobilitazione, nei nostri circoli e attraverso una larga consultazione su tutti i nodi principali, tematici e organizzativi. E a dicembre porteremo in piazza gli italiani che chiedono una politica degna per dare protezione a cittadini, lavoratori e imprese dal carovita e dalle tante difficoltà di questo tempo tormentato. (…)
E attraverso questo sforzo renderemo ancora più evidente l’utilità per il Paese di un partito grande e serio come il Pd, (…) un grande partito nazionale capace di unire il Paese e non di dividerlo tra Curva Nord e Curva Sud, coi rispettivi ultrà a soffiare sul fuoco del rancore, del disagio, della paura.
Articolo integrale sul Corriere della Sera