L’aula del Senato ha approvato, con 214 sì, 61 no e 2 astenuti, la nuova legge elettorale nella versione licenziata dalla Camera. Il testo, che prevede un sistema misto proporzionale-maggioritario, ora è legge.
“Il senso del voto che stiamo per dare va ben oltre l’interesse dei nostri partiti e riguarda, invece, il funzionamento della democrazia e del Parlamento che non si può permettere la casualità di due leggi così diverse da rendere impossibile una composizione omogenea delle due Camere”. Lo afferma il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda dichiarando il voto a favore sulla legge elettorale.
“Le Senatrici e i Senatori del Partito democratico voteranno la nuova legge elettorale. Lo faranno in considerazione del suo contenuto. Ma anche sapendo che oggi tra noi la divisione è tra chi lavora per dare stabilità a una nuova legislatura con due Camere composte in modo omogeneo e chi lavora pensando di poter trarre qualche vantaggio politico da due diverse leggi elettorali, mai approvate dal Parlamento e certamente destinate a produrre impotenza parlamentare e debolezza di governo”.
Per Zanda il voto di oggi “dividerà l’Aula tra chi vuole che si vada a votare non con una legge del Parlamento, ma con gli effetti di due sentenze della Corte Costituzionale, e chi al contrario vuole un’unica legge, in modo che le due Camere abbiano una composizione omogenea”. Questa legge “che prende il nome dall’onorevole Rosato favorisce la rappresentanza dei territori e la formazione di quelle coalizioni che servono ai partiti per rafforzare i legami politici. Con i collegi uninominali e quelle liste di soli quattro candidati che la Corte ha suggerito per renderli identificabili, la legge tiene insieme le caratteristiche del proporzionale e del maggioritario”.
“Il via libera al Rosatellum è un bel passo avanti ricordandoci sempre da dove partivamo. Era necessaria la fiducia? Rispondo dicendo che era necessario avere una stessa legge elettorale per i due rami del Parlamento; partivamo da una situazione che rischiava di darci ingovernabilità e maggioranze diverse. Era necessaria, dunque, una legge che garantisse innanzitutto un’armonia fra le due camere”. Così il ministro alla Pubblica amministrazione Marianna Madia, oggi a Palermo con il candidato presidente del centrosinistra Fabrizio Micari, ha commentato l’ok finale al Senato alla legge elettorale.
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