Matteo Richetti, che dite dell’ultima sfida dei 5stelle? Il sistema uscito dalla Consulta col doppio turno va bene?
«Beh di questo passo faranno un outing esplicito sul voto sbagliato del 4 dicembre contro l’abolizione del Senato. Scopriamo che non solo va bene l’Italicum che osteggiavano, ma anche il secondo turno. Ma mettere un secondo turno in un sistema bicamerale è un azzardo: potrebbero esserci esiti diversi nelle due Camere. Magari potrebbe verificarsi che una forza politica arriva al secondo turno per un ramo del Parlamento e non per l’altro. Quindi non va bene».
Questa della legge elettorale sembra una sceneggiata per dimostrare che non si riesce a fare niente e si può votare con quello che c’è. Non crede?
«Le do una notizia: noi a partire da martedì, siccome ci pare che nessuno abbia voglia di fare sul serio, andremo avanti facendo votare il nostro testo base e non quello del relatore».
E come farete a gestire questo blitz in commissione?
«Costruendo attorno alla nostra proposta una maggioranza prima in commissione e poi in aula. Rivolgendoci intanto a chi non ha detto no, come Lega, Ap e Ala. Insieme alla sinistra, che avrà la chance di dimostrare se davvero è interessata a costruire una coalizione: il nostro sistema, costruito per metà sulle sfide nei collegi, infatti le contempla».
Berlusconi tifa solo per il proporzionale. Senza i suoi voti come pensate di avere una maggioranza al senato?
«Lui ha deciso di rinunciare a tentare la vittoria e gioca le sue fiches sull’essere determinante il giorno dopo le urne. Questa si chiama interdizione da prima repubblica».
I 5Stelle chiedono con forza la commissione d’inchiesta sulle banche. Non è che voi farete in modo di ritardare il voto alla Camera, perché è tema è troppo scottante dopo il caso Boschi?
«Assolutamente no, anzi è una ragione in più per votare subito e avviare immediatamente la commissione d’inchiesta. Questa è come la storia dei vitalizi, dove i grillini prendono il megafono per chiedere a gran voce un voto sulle proposte del Pd. Ma non si usi banca Etruria per nascondere le magagne di altre situazioni bancarie. O per non procedere con le dovute verifiche sul ruolo di tutti i soggetti in campo, da Banca d’Italia a Consob».
Non credete che finché non si chiarisca l’episodio indicato da De Bortoli di un interessamento della Boschi per Banca Etruria, la posizione della sottosegretaria sia traballante al punto da indebolire il governo?
«Nel momento in cui De Bortoli dice di non aver parlato di pressioni, l’istituto Unicredit esclude che ci siano state con una nota e la Boschi annuncia una querela, da parte nostra nessuna intenzione di minimizzare, ma mi pare che i fatti si chiariscano da sé».
Ma Ghizzoni non ha ancora smentito nulla…
«E quindi mandiamo a casa un esponente del governo sul silenzio di Ghizzoni?»
Temete imboscate e scivolate per il voto sulle mozioni di censura alle Camere?
«Vedo una maggioranza compatta su questo caso».
A proposito, la vostra sfida ai grillini sul terreno dei vitalizi come si concluderà?
«Dopo la norma che ha prodotto un taglio di 2,5 milioni di euro decisa dall’ufficio di presidenza della Camera, ora andiamo in aula con la legge che ho presentato, e che dopo due anni i grillini hanno deciso di sostenere. Una norma che produrrà il ricalcolo secondo il sistema contributivo anche degli assegni oggi erogati a prescindere da quanto realmente versato dai beneficiari. Mi auguro che si possa approvare e che vada a regime dal 2018».