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Le elezioni non sono un concorso di bellezza, ma la scelta tra modelli diversi di Paese Enews di Matteo Renzi

Buongiorno a tutti.
Mancano 46 giorni alle elezioni generali del 4 marzo.
Le elezioni non sono un concorso di bellezza, ma la scelta tra modelli diversi di Paese. Presentare un programma significa immaginare l’Italia dei prossimi anni, provare a scrivere il futuro dei diritti e dei doveri dei nostri figli, costruire un’idea di lavoro al tempo dell’intelligenza artificiale e della robotica.

 

Siamo partiti da Torino con i nostri amministratori e da Milano assieme a Giorgio Gori, Carlo Calenda e Beppe Sala.

 

Per inserire in una cornice seria e coerente le varie proposte, i singoli punti, occorre partire da quale visione noi abbiamo dell’Europa. Per questo sabato 20 gennaio, a Milano, terremo il primo vero incontro di campagna elettorale. E racconteremo cosa pensiamo dell’Europa, del ruolo da protagonista che l’Italia deve avere a Bruxelles, della necessità di avere più democrazia e più buona politica nelle istituzioni comunitarie.
Le proposte che in queste ore il PD sta elaborando partono da qui. Da come l’Italia deve stare in Europa. Poi, a seguire, il programma, i cento punti concreti con i risultati raggiunti e quelli ancora da raggiungere.

 

Sarà possibile una campagna elettorale logica e razionale come questa?
Sembra un’impresa non facile: alcuni dei nostri competitori vogliono semplicemente cancellare la realtà.

 

Faccio cinque esempi che sarebbero persino divertenti se non fossero drammaticamente veri:

  1. Berlusconi va in TV e dice che il trattato di Dublino – quello che impone all’Italia di affrontare da sola la questione migranti – l’hanno firmato Renzi e la sinistra. Nessuno fa notare che quel trattato è stato sciaguratamente firmato da Silvio Berlusconi nel 2003: io ero appena uscito dall’università, non stavo a Palazzo Chigi. E ancora. Berlusconi propone in diretta TV di semplificare il modello di dichiarazione dei redditi e nessuno che gli dica: “Guarda che 18 milioni di italiani già usano la dichiarazione precompilata dal 2015″.
  2. I gemelli diversi, Di Maio & Salvini, si lamentano dell’obbligatorietà dei vaccini ignorando che grazie alla loro obbligatorietà aumenta la copertura sanitaria e dunque diminuiscono i rischi per tutti di contrarre malattie gravi. Il professor Burioni risponde così. Di Battista attacca sui vaccini con un video che diventa virale e il PD Lazio risponde così. Ma tracce di falsità rimangono non solo nel web, anche nelle chat di whatsapp, nelle discussioni al bar, tra gli amici, in ufficio. Stare dalla parte della scienza, non della medicina fai-da-te.
  3. I grillini gridano al complotto contro chiunque faccia domande. L’Amministrazione Appendino ha un problema sul bilancio avendo cambiato (falsificato?) una posta nel documento. I sindaci revisori del Comune si sono dimessi, fatto clamoroso. Quando noi lo facciamo educatamente notare, la reazione della sindaca è: vergogna, il PD non è garantista. Ma come? Siete quelli che per ogni avviso di garanzia – vero o inventato – scatenano campagne di odio contro di noi e adesso vi lamentate se facciamo domande su un potenziale falso in atto pubblico? Nel frattempo il sindaco a cinque stelle di Livorno, Nogarin, è stato indagato per omicidio colposo. Da parte nostra nessuna polemica, nessuna campagna di odio, solo il rispetto per la magistratura e per la verità. Noi non speculiamo sull’immane tragedia di Livorno.
  4. La destra propone la flat tax. Al di là del fatto che a me sembra ingiusto un sistema del genere, possiamo dire che numericamente questa proposta non sta né in cielo, né in terra? Stiamo parlando di cifre che viaggiano tra i 100 e i 200 miliardi di euro l’anno, mentre per intendersi l’IMU sulla prima casa – che noi abbiamo cancellato con molto impegno – non arriva a 4 miliardi di euro. Non esistono. Non ci sono le coperture, è una pura invenzione, è pura astrazione fantasiosa e irraggiungibile. Sono proposte che eccitano i talk-show ma sono meno credibili di un film di fantascienza.
  5. Infine, la scuola. Di Maio oggi dice che se vinceranno loro smantelleranno tutta la legge sulla buona scuola che non ha nulla di buono. Ci sono 132 mila insegnanti che erano precari, che noi abbiamo assunto e che tornerebbero a fare i precari. Ci sono gli aumenti previsti sia dal rinnovo del contratto che dalla Card Docenti. Ci sono gli investimenti sull’edilizia scolastica che superano i livelli degli ultimi 30 anni. Ci sono le novità come la scuola digitale o l’alternanza scuola lavoro che aprono il futuro per i nostri ragazzi. Ci sono 700 milioni in tre anni per la scuola dell’infanzia, la Zero-Sei. Tutto questo dovrebbe essere smantellato? Ok, l’algoritmo per i docenti del sud non ha funzionato come avremmo voluto, è vero. Ma quanto abbiamo investito noi nella scuola non lo aveva mai fatto nessuno. Azzerare tutto ciò che è stato fatto sulla scuola perché lo abbiamo fatto noi non è contro il PD, è contro l’Italia.

Come vedete stiamo cercando di mantenere la campagna sulla realtà dei fatti, senza ideologie, senza odio. Ma mi colpisce il modo pervicace con il quale si cerca di negare i fatti. Un tempo la campagna elettorale era basata su idee diverse e ciascuno cercava di prevalere contro l’altro. Adesso il meccanismo è quello di negare la realtà. Scommettendo sul fatto che chi sta dall’altra parte dello schermo non abbia il tempo o la voglia di verificare tutto ciò che viene detto.

 

E allora? Allora finisce che questa campagna elettorale possiamo vincerla scommettendo sui volontari, sulle persone, sulla rete delle persone organizzate. Nel mare dell’odio e delle fake news la nostra forza sono le persone che ci danno una mano. Che ci credono. Che non si rassegnano al rancore. Che non fuggono di fronte alla verità, ma la cercano costantemente.

 

Per questo non vi chiedo solo una mano, vi chiedo di diventare protagonisti della sfida che ci attende.

 

Ma soprattutto andando voi casa per casa, impegnandovi voi personalmente. Questa non è la mia campagna elettorale, questa è la nostra campagna elettorale. Conto tanto sull’impegno di ciascuno di voi. Grazie!

 

Un sorriso,
Matteo
www.matteorenzi.it/app

 

 

P.S. A proposito di verità, che piano piano si fa largo. Un nostro amministratore comunale è stato arrestato, tenuto per venti giorni in carcere e per tre mesi agli arresti domiciliari. Poi è stato assolto. Si chiama Giosi Ferrandino, era sindaco a Ischia. L’indagine su di lui è molto strana ed è passata sui media come “indagine CPL Concordia”. I protagonisti dell’accusa sono gli stessi dell’indagine su Consip. I metodi, pare, simili.
Si parlò molto di questa vicenda in passato. E oggi? Oggi sui quotidiani compare soltanto un trafiletto: tanto spazio per le accuse, pochissimo per le assoluzioni.
Scommetto con voi che nei prossimi mesi questa vicenda tornerà clamorosamente fuori. Perché è strana, molto strana. Ne vedremo delle belle, amici.
Nel frattempo ribadisco la nostra posizione: il tempo è galantuomo, la verità prima o poi arriva.
Ci vuole solo un po’ di pazienza. A noi non manca.

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