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Le audizioni in Commissione certificano che il re è nudo, la manovra va cambiata

Continuano le audizioni di fronte alle Commissione Bilancio di Camera e Senato sulla manovra. Ieri è stata la volta di Gimbe e Confindustria, oggi è toccato a Istat, Bankitalia, Corte dei Conti, Cnel e in ultimo all’Ufficio parlamentare di bilancio. “Tutti stanno dicendo che il Re è nudo, che la terza manovra del governo Meloni è molto diversa da come la stessa Premier l’ha raccontata agli italiani“, dice il senatore Daniele Manca, capogruppo del Pd nella Commissione Bilancio. Per Manca, quella che emerge con chiarezza dalle audizioni è una “manovra sbagliata e ingiusta”, che fa arrancare il Paese.

“L’Ufficio parlamentare di bilancio – sottolinea Manca – rileva come le previsioni macroeconomiche siano a rischio ribasso sul Pil, si dichiara meno ottimista sulla crescita stimata e denuncia che gli interventi fiscali aumentano la disparità tra contribuenti”.
“Praticamente tutti, tra cui Bankitalia, Gimbe e Upb, hanno sottolineato come i finanziamenti per la sanità siano inferiori alla spesa, tanto che è a rischio la tenuta stessa del Sistema sanitario nazionale. Bankitalia ha denunciato che gli obiettivi del Psb – il Piano strutturale di bilancio – sono più difficili e che con gli interventi fiscali l’equità è a rischio. E potremmo continuare così. Non le opposizioni, ma le principali istituzioni e organizzazioni economiche italiane stanno dicendo al governo che le cose non vanno. È necessario correggere la manovra e su questo ci appelliamo ai parlamentari della maggioranza: cambiamola per il bene del Paese”.

A lanciare l’allarme sui dati presentati da Istat è la coordinatrice della segreteria del Pd, Marta Bonafoni: “diminuiscono i medici e aumentano gli assistiti per ciascuno di loro, mentre il 77% dei medici di medicina generale – diminuiti di oltre 6.000 unità negli ultimi anni – ha più di 55 anni. A ciò si aggiunge un calo della spesa sanitaria rispetto all’anno precedente, che nel periodo 2019-2023 aveva raggiunto quota 130,8 miliardi, e un aumento delle spese direttamente a carico delle famiglie (40 miliardi, +1,7 rispetto al 2022)”. La manovra presentata dal governo va in direzione contraria a quanto necessario, “urge un piano chiaro per il personale e per la spesa sanitaria”, dice Bonafoni.

Se sono oltre 40 i miliardi di euro che “escono ogni anno direttamente dalle tasche dei cittadini per poter acquistare servizi e prestazioni dal privato”, “si incrina pesantemente la natura universalistica e gratuita del Servizio Sanitario Nazionale come fu immaginato da Tina Anselmi nella riforma istitutiva del 1978”, evidenzia la responsabile salute del Pd, Marina Sereni. “In un solo anno la spesa “out of pocket” dei cittadini è’ aumentata di circa 4,5 miliardi”, ricorda Sereni, che ammonisce: “La salute non è una merce e noi non possiamo accettare un sistema in cui riesce a curarsi solo chi ha i soldi per farlo”.

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