La Commissione europea applicherà la flessibilità prevista dal Patto di Stabilità Ue, secondo le sue regole riformate, tenendo conto dei costi per la gestione della crisi dei rifugiati nei bilanci degli Stati membri dell’Eurozona, in base a una valutazione caso per caso e alla rendicontazione puntuale di questi costi. Lo ha detto il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, durante il dibattito nella plenaria del Parlamento europeo dedicato alla crisi migratoria e ai recenti vertici dei capi di Stato e di governo dell’Ue (il 15 ottobre) e poi dei soli paesi coinvolti nella “rotta balcanica” (il 25 ottobre).
“Oggi Junker ha annunciato la flessibilità per quei Paesi che hanno compiuto uno sforzo straordinario per far fronte ai flussi migratori. Finalmente l’Europa apre gli occhi e abbandona le logiche meramente ragionieristiche che l’hanno ispirata fino ad ora. Il patto di stabilità sarà applicato tenendo conto degli sforzi straordinari dei paesi che accolgono. Una riflessione che investe in primo luogo il nostro Paese che sul tema immigrazione non si è mai risparmiato. Se la Ue è arrivata a considerare l’immigrazione uno dei fattori per il calcolo del patto di stabilità è almeno per due fattori: l’aumento degli arrivi in tutto il continente europeo e l’azione costante del governo italiano che ha portato il tema ad essere un punto di discussione dell’agenda Ue”. Lo dichiara in una nota Micaela Campana, responsabile Immigrazione del PD.
“Il governo Renzi aveva visto giusto: concedere maggiore flessibilità ai Paesi che sono in prima linea nell’Emergenza immigrazione. Bene Juncker ad aver rilanciato la proposta italiana”, così David Sassoli, vicepresidente del Parlamento europeo, commenta a caldo l’intervento del Presidente della Commissione europea nell’aula di Strasburgo.
“L’Italia – continua Sassoli – è sempre stata in prima linea e non si è mai tirata indietro neanche nei momenti più difficili quando gli egoismi nazionali hanno caricato di costi umani e finanziari il nostro impegno di solidarietà. Le istituzioni europee non abbandonano l’Italia, questo è il messaggio di oggi, con buona pace degli antieuropeisti xenofobi – conclude Sassoli – che amano speculare sulle tragedie per racimolare qualche consenso”.