Messaggio logistico, innanzitutto. Da venerdì alle 21 parte la Leopolda-Terra degli uomini.
Sul sito www.leopoldastazione.it tutte le informazioni (grazie a chi vorrà anche contribuire con idee e perché no anche con un sostegno economico). Qualche indicazione. La Leopolda non è un meeting di partito, ma un incontro di persone che credono nel valore della politica. È benvenuto chi vuole condividere idee e proposte, con coraggio e semplicità. Bandito l’uso del politichese, tempi di intervento 5 minuti, apprezzate le proposte più che le polemiche
Abbiamo dimostrato che niente è impossibile e partendo dal basso si può scalare la montagna della vecchia politica. Nessuno avrebbe scommesso mezzo centesimo su di noi, eppure torniamo alla Leopolda con il nostro carico di responsabilità e di leggerezza.
Il venerdì sera ci racconteremo come abbiamo passato il 2015 e ne sentiremo delle belle, guidati da due leopoldini storici quali il sindaco di Ercolano, Ciro Bonajuto e la vicepresidente del consiglio regionale dell’Emilia Romagna, Ottavia Soncini.
Da sabato mattina spazio per interventi di cinque minuti su cosa vogliamo dal 2016. La sera del sabato, per chi vorrà, abbiamo organizzato tre visite in tre luoghi culturali strepitosi di Firenze: il nuovo Museo dell’Opera del Duomo, Palazzo Vecchio, Palazzo Strozzi. È una iniziativa che abbiamo fatto anche altri anni e ci sembra giusto rilanciarla adesso. Perché all’idea che la cultura sia parte della nostra identità noi ci crediamo davvero. E non da oggi.
Nella giornata di sabato ci sarà spazio per quattro question time: quattro ministri saranno interrogati dai partecipanti alla Leopolda in un modo innovativo e divertente. Divertente per noi sicuramente, spero anche per i ministri.
Domenica il finale sarà come sempre intorno alle 13. In tempo per allontanarci gli uni dagli altri prima di… Juventus-Fiorentina
Gli alleati di Marine Le Pen.
Una mia considerazione contro corrente. Il risultato delle elezioni regionali in Francia, con l’affermazione – al primo turno, occhio, al primo turno – della Le Pen, non deriva tanto dalla reazione agli attentati del 13 novembre. I risultati non sono così distanti dai sondaggi precedenti a quella tragica notte. È che in tutta Europa è molto forte il messaggio populista e antieuropeo.
Personalmente considero l’Europa la più straordinaria novità politica del secolo scorso. Non saremo mai sufficientemente grati ai fondatori per la lungimiranza e la voglia di pace che li ha portati a coltivare il sogno europeo.
Oggi chi vuole bene all’Europa deve difenderla da una certa miopia. Certe politiche economiche e certe impuntature tecnocratiche sono il più grande alleato della Le Pen in Francia o di movimenti simili nel resto del continente.
L’Italia può permettersi di dirlo perché è tra i pochi paesi che rispettano le regole europee. Che rispetta i vincoli molto stretti del deficit. Che sta facendo le riforme sempre promesse e sempre rinviate fino all’avvento del nostro governo. Che sta finalmente facendo scendere la curva del debito, che ha sempre contribuito al bilancio dell’Europa mettendo più soldi di quelli che prende.
Aggiungo: noi rappresentiamo il partito più votato dai cittadini europei. Siamo da sempre su una posizione che sostiene l’Europa e lotta contro la demagogia (del resto nella storia i demagoghi finiscono sempre per diventare come quelli che criticano)
Proprio per questo l’Italia può permettersi di dire la verità. Chi vuole bene all’Europa oggi lavora per cambiarne la direzione di politica economica, parlando più di crescita e occupazione che non di rigore e austerità. Negli ultimi sette anni gli Stati Uniti di Obama hanno scelto una linea diversa dall’Europa: i risultati in termini di posti di lavoro e crescita danno ragione agli americani, non agli europei.
Noi che vogliamo bene all’Europa dobbiamo lottare perché i vari leader e i loro ministri capiscano che è il momento di cambiare passo.
A gennaio 2015 abbiamo ottenuto un primo risultato importante con la flessibilità. Ma c’è da fare di più. E va fatto adesso.
Pronti, attenti, via
Pronti (abbastanza), attenti (molto), via (finalmente!). Dopo mesi di discussioni sui giornali l’apertura della Porta Santa in Vaticano segna l’inizio del Giubileo della misericordia. Leggo oggi polemiche di chi dice che si sono visti troppi poliziotti per le strade. Se non fosse una cosa seria verrebbe da ridere, pensando che talvolta queste critiche vengono dagli stessi che fino a quindici giorni fa pontificavano sul “diffuso senso di insicurezza nelle nostre strade”. Ma indipendentemente dalle polemiche che lasciano il tempo che trovano permettetemi di ringraziare le donne e gli uomini che vestendo una divisa si curano della nostra sicurezza. Siamo grati per il loro servizio. E a quelli che dicono che 80 euro mensili in più per loro sono una mancia, vorrei ricordare che in questo settore c’è chi ha tagliato e chi ha investito. Non tutti sono uguali, diciamo la verità. Noi abbiamo aumentato i soldi. E non per calcolo elettorale, ma perchè è giusto.
Quanto al Giubileo confesso che la riflessione sulla misericordia e la giustizia – per come il Papa l’ha proposta – mi ha fatto pensare. Per un credente il rapporto tra misericordia e giustizia è tema di grande suggestione e consolazione. Per un politico, invece, è sicuramente meno facile. Sono però convinto che questo Giubileo della Misericordia, delle periferie sia una grande occasione anche per i laici. E del resto il Giubileo è per definizione un’occasione per promuovere la giustizia sociale: non sprechiamola. Non buttiamola via.
Pensierino della sera. Sono molto contento per gli oltre ventimila italiani che hanno deciso di aderire al PD nel corso della mobilitazione della scorsa settimana. E sono grato a quel milione di nostri connazionali che si è portato a casa materiale informativo. Mi colpisce il fatto che la maggioranza – anche dei nostri – non abbia ricevuto informazioni corrette sulle misure della Legge di stabilità. A cominciare dalla rivoluzionaria scelta di politica fiscale che vede abbassare le tasse in modo strutturato e irreversibile: dopo l’Irap e gli 80 euro, l’Imu sulla prima casa, le tasse sull’agricoltura, i superammortamenti. Segno evidente che anziché parlare di divisioni e litigi i dirigenti del PD dovrebbero fare uno sforzo maggiore per comunicare ciò che stiamo facendo. Altro che regole delle primarie e discussioni correntizie: abbiamo risultati concreti da offrire, che cosa stiamo aspettando?
Un sorriso,
Matteo
Post Scriptum. Per chi ha voglia di qualche informazione in più sulla politica internazionale, qui l’intervista che ho fatto domenica al Corriere della Sera.