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La salute non è materia da propaganda elettorale

La salute non è materia da propaganda elettorale e certo non si difende con l’autonomia differenziata proposta dalle destre: Marina Sereni, responsabile Salute e sanità del Pd, in un editoriale pubblicato sul Domani, spiega perché il Pd sia fermamente contrario al disegno di legge del ministro Roberto Calderoli: “È evidente che Matteo Salvini vorrebbe avere una bandiera da mostrare al suo elettorato del nord prima delle prossime elezioni europee (…) Ma la materia di cui si sta discutendo attiene a diritti troppo importanti per lasciare che divenga terreno di scambio o di giochi politici di basso profilo”.

Sereni ricorda che il nostro sistema sanitario pubblico “è stato sottoposto a uno stress fortissimo negli anni della pandemia e oggi di nuovo definanziato dal governo Meloni, con il rischio di una privatizzazione strisciante dovuta alla drammatica carenza di risorse umane”.

Di fronte a una situazione difficile, se andiamo a vedere le differenze territoriali, scopriremo che nella classifica delle prestazioni che il Servizio sanitario “è tenuto a fornire a tutti i cittadini gratuitamente o con una quota di compartecipazione, troviamo in cima Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Piemonte, Lombardia e, in fondo, Sicilia, Molise, Puglia, Calabria, Campania, Sardegna”.
Non a caso, sottolinea la responsabile Salute e Sanità dem, la mobilità sanitaria ci dice che c’è un flusso rilevante di pazienti del centro-sud che si spostano al nord per cercare le cure di cui hanno bisogno.
Tutto ciò – incalza Sereni – si misura anche se guardiamo alle aspettative di vita, ai tassi di mortalità evitabili, alla mortalità infantile e per parto, alla speranza di vita in buona salute, con dati sempre peggiori per le aree del sud e svantaggiate”.

Marina Sereni ammette che l’attuale regionalismo, previsto dal Titolo V della Costituzione, ha finito per aumentare e poi cristallizzare gli squilibri, mentre l’articolo 32 della carta costituzionale indica «la tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività» e la legge 833/78 che istituiva il Servizio sanitario nazionale, aveva fra i suoi obiettivi il superamento degli squilibri territoriali.
Questa fotografia – conclude Sereni – dovrebbe spingerci piuttosto, a maggior ragione dopo la drammatica esperienza del Covid-19, a cercare di colmare questi divari” introducendo “meccanismi di governance nazionale più efficaci nei confronti delle regioni. Per queste ragioni il Pd propone che la tutela della salute non rientri tra le materie dell’Autonomia differenziata e su questo punto siamo pronti a fare, insieme alle altre opposizioni, una battaglia durissima”.

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