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​​​​​La lezione di Prodi agli iscritti dem: ecco quali sono le sfide del nostro tempo

La Lectio di Romano Prodi al corso di politica di Gianni CuperloPer una mappa del mondo

 

Sintesi dell’articolo di Fabio Martini su La Stampa

 

Al Pd lo hanno chiamato per una ‘lectio magistralis’ sui destini del mondo, Romano Prodi ha spiazzato gli ‘allievi’ – quadri e dirigenti Dem – con una lezione su Russia e Cina, segnata da una lettura pragmatica e condita da aneddoti eloquenti. A cominciare da due colloqui, che Prodi stesso, in diversi momenti, ha avuto con Vladimir Putin al Cremlino: “Mi parlò della Nato e compresi che per lui era un’autentica ossessione”. Secondo aneddoto: “Stavamo discutendo di gas e lui mi disse: Romano, non venderò mai un metro cubo di gas ai cinesi”. Allora Putin la pensava così, ma poi è andata diversamente: l`Occidente ha ‘regalato’ la Russia alla Cina. E ora quelle due potenze hanno tra di loro ‘un legame sempre più stretto’ e sono le avanguardie di un fenomeno più vasto ma rischioso: l’avanzamento di nuovi regimi autoritari.

Romano Prodi ha parlato nel corso di un evento inusuale. Al Pd, con l’impulso del segretario Enrico Letta e con la regia di Gianni Cuperlo, hanno organizzato due giorni di scuola politica dal titolo ‘Per una mappa del mondo’, lezioni a porte chiuse e aperte soltanto ai quadri Dem e con la partecipazione di ospiti non strettamente di partito.

Prodi è stato presentato da Enrico Letta, che oltre a ringraziare il Professore (“Abbiamo bisogno di maestri che spostino in avanti il traguardo”) si è detto ‘colpito’ dall’applauso che al congresso di Azione ha accompagnato l’auspicio di Carlo Calenda di un’uscita dall’Ue di Polonia e Ungheria.

Prodi non si è fatto pregare: “Non condivido Calenda: era ovvio che il processo di piena integrazione sarebbe stato faticoso in alcuni Paesi dell’Est, ma l’Europa ha esportato più di tutti democrazia, perché la democrazia è fatta di pazienza”. Prima di addentrarsi nella sua lezione, Prodi ci ha tenuto a dire di essere “molto vicino a Letta e al Pd, che è l’unico riferimento politico nel Paese, è un’àncora di sicurezza della quale il Paese ha bisogno”.

In mezz’ora di lezione, Prodi ha spaziato tra le difficoltà di un Biden ‘estremamente debole’ e si è soffermato anche sulla ‘nuova!’ Cina: “Con Xi è cambiato tutto. In sostanza lui dice: il nostro sistema politico ed economico è in ascesa e tutto il mondo guarderà a noi. E non ha tutti i torti; l’autoritarismo cresce nel mondo”.

 

L’articolo completo su La Stampa

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