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La crescita economica più alta rafforza il cammino delle riforme

Il Consiglio dei ministri si è riunito, venerdì 18 settembre 2015, oltre all’aggiornamento del monitoraggio dell’azione di governo con ulteriori 6 provvedimenti (pubblicati nel Report di monitoraggio sull’attuazione aggiornato al 14 settembre 2015 e negli elenchi aggiornati dei provvedimenti adottati dal Governo Renzi), per la presentazione della Nota di aggiornamento del DEF..

 

Il Consiglio dei ministri ha approvato, su proposta del Ministro dei beni e attività culturali e del turismo Dario Franceschini, il decreto leggecontenente misure urgenti per il patrimonio storico-artistico della Nazione. Il testo è composto da un unico articolo e chiarisce che l’apertura al pubblico di musei e luoghi della cultura rientra tra i servizi pubblici disciplinati dalla legge 146 del 1990sull’esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali.L’intervento legislativo si è reso necessario ed urgente alla luce del ripetuto verificarsi di episodi che hanno impedito la continuità del servizio pubblico di fruizione del patrimonio storico e artistico della Nazione. Un’iniziativa che è stata auspicata anche dalla Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sulloscioperonei servizi pubblici essenziali.

 

“È un principio di buon senso verso i tanti italiani che soffrono a vedere in coda delle persone che, dopo aver sognato per una vita un viaggio in Italia, si portano a casa solo il ricordo di una transenna o di un cartello che spiega nemmeno troppo bene cosa accade – ha spiegato Matteo Renzi -. L’amarezza dei turisti è senza parole, dobbiamo avere maggiore attenzione per queste persone che vogliono bene all’Italia talvolta più di alcuni italiani”.

 

Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e il Ministro dell’economia e delle finanze Pietro Carlo Padoan hanno presentato al Consiglio dei ministri la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (Def) 2015 chge è stata approvata in Consiglio dei ministri e sarà trasmessa al Parlamento.

 

La Nota di Aggiornamento al Def modifica il quadro di finanza pubblica rispetto a quello del documento programmatico presentato ad aprile scorso, e costituisce un passaggio propedeutico alla definizione della legge di Stabilità e quindi del Draft Budgetary Plan da presentare alle istituzioni europee entro il prossimo 15 ottobre.

 

I nuovi obiettivi di finanza pubblica sono coerenti con la volontà del governo di rafforzare e accelerare la crescita economica, favorire la creazione di posti di lavoro, promuovere gli investimenti, ridurre il carico fiscale sulle famiglie e sulle imprese, secondo un piano pluriennale avviato nel 2014 (con gli 80 euro in busta paga ai lavoratori dipendenti a reddito medio basso), continuato nel 2015 (con la cancellazione della componente lavoro dell’Irap) e che proseguirà fino al 2018.

 

Data la necessità di assicurare contestualmente il controllo della finanza pubblica e quindi la diminuzione dell’indebitamento delle pubbliche amministrazioni (pari al 3,0% del PIL nel 2014, stimato in calo al 2,6% nel 2015 e al 2,2% nel 2016), le misure di stimolo all’economia saranno in parte finanziate da risparmi di spesa attraverso una operazione selettiva che dovrà essere finalizzata ad una più efficace allocazione delle risorse nel settore pubblico.

 

Vengono riviste al rialzo, per la prima volta dal 2010, le stime di crescita del prodotto interno lordo: in aumento dello 0,9% nel 2015 e dell’1,6% nel 2016 (rispettivamente contro lo 0,7% e 1,4% stimato ad aprile).

 

Per il 2016 è confermato l’inizio della traiettoria di riduzione del rapporto debito pubblico/PIL, per la prima volta dopo 8 anni di crescita. Rispetto al quadro tendenziale (che si definisce a legislazione vigente) il rapporto deficit/PIL programmatico mostra una traiettoria in discesa più graduale perché il governo intende rafforzare la crescita al fine di accelerare l’aumento dell’occupazione e per evitare che l’indebolimento dell’economia internazionale abbia conseguenze sul nostro Paese.

 

La maggiore gradualità del consolidamento di bilancio è consentita dai trattati europei, come specificato dalla Commissione europea con la propria comunicazione sulla flessibilità del 13 gennaio scorso. Il Governo utilizzerà al meglio sia la clausola per le riforme sia la clausola per gli investimenti.

 

Vedi il video della Conferenza stampa del Consiglio dei ministri . 81 del 18 settembre 2015.

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