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Jobs Act Cosa Prevede

Il Jobs act è una riforma complessiva del mercato del Lavoro in Italia nata con il governo Renzi.
Lo scopo principale della riforma era di ridurre la profonda segmentazione per tipologie contrattuali del mercato del lavoro, intervenendo con l’abolizione di varie forme contrattuali precarie, che interessavano soprattutto i giovani, e dividendo il mercato del lavoro in due tipologie di lavoro, il lavoro dipendente e il lavoro autonomo eliminando così le zone grigie cd di parasubordinazione.

Ma il Jobs Act non è stato solo questo, è stato anche diritti e welfare: abbiamo abolito le dimissioni in bianco, esteso l’indennità di maternità e il congedo parentale per proteggere le donne e le famiglie; abbiamo abolito i co.co.pro. e messo limiti alle false partite IVA (che infatti sono scese) per abbattere il precariato.

Abbiamo riformato gli ammortizzatori sociali creando uno strumento fruibile ed universale come la NASPI. Abbiamo creato l’ANPAL, la prima agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, che ha dato il via alla sperimentazione dell’assegno di ricollocazione per i disoccupati e che sta investendo nel legame fra i mondi dell’istruzione e delle imprese. Abbiamo detassato il welfare aziendale, mettendo risorse e rilanciando la contrattazione di secondo livello.
I pilastri su cui si regge il Jobs act sono gli otto decreti con i quali è stata data attuazione al provvedimento:

  1. Il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, introdotto con il primo decreto attuativo del Jobs Act, diventa la forma principale di rapporto di lavoro anche attraverso gli incentivi economici (decontribuzione)
  2. Semplificazione e riduzione delle tipologie contrattuali parasubordinate: rafforzamento degli strumenti per favorire l’alternanza tra scuola e lavoro; revisione della disciplina delle mansioni in caso di riorganizzazione, ristrutturazione o conversione aziendale, ridefinizione dell’utilizzo del lavoro accessorio per attività discontinue e occasionali
  3. Nuove regole sui licenziamenti. Potenziamento e allargamento della rete di ammortizzatori sociali anche a tipologie contrattuali che ne erano sprovviste
  4. Nuova disciplina sulle cure parentali e la conciliazione tra tempi di vita e lavoro
  5. Semplificazioni e pari opportunità: rende più facile l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità
  6. Servizi per il lavoro e politiche attive: creazione dell’Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro (Anpal), ammodernamento e armonizzazione della rete dei servizi, potenziamento delle politiche attive e riordino degli incentivi e degli strumenti volti a rilanciare l’occupazione produttiva
  7. Semplificazione dell’attività ispettiva: attraverso la creazione di un’agenzia unica per le ispezioni sul lavoro, denominata Ispettorato nazionale del lavoro, che integri i servizi ispettivi del ministero del Lavoro e gli strumenti di politiche sociali di Inps e Inail
  8. Ammortizzatori sociali in costanza di rapporto: apporta ammodernamenti significativi tanto la cassa integrazione guadagni ordinaria e straordinaria, quanto i contratti di solidarietà e i fondi di solidarietà bilaterali

 

A grandi linee, ecco la struttura del Jobs Act:

1. Le tutele crescenti

L’obiettivo è quello di incentivare le imprese ad assumere i lavoratori con un contratto a tempo indeterminato rendendo il lavoro precario o a termine meno vantaggioso per i datori di lavoro e garantendo regole certe e semplici.

2. Politiche attive

Il Jobs act non solo garantisce il sostegno al reddito – politiche passive – ma incentiva, attraverso politiche attive (modello flexicurity), la ricollocazione del lavoratore tramite percorsi personalizzati e utili all’acquisizione di nuove competenze.

“IServizi per l’Impiego, coordinatidalla nuova Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro, sono potenziati per creare sinergieefficienti e migliorare l’incontrotra domanda ed offerta di lavoro.
Tutti i cittadini potranno accedere adattività di orientamento, ausilio, avviamento alla formazione e accompagnamento al lavoro, garantendo in tutto il territorio livelli essenziali di prestazione.

Per la prima volta, in tutte le Regioni e Province Autonome,si introduce un diritto soggettivodel disoccupato ad avereuna dote da spendere per ricevere un sostegno specialistico ed intensivonella ricerca di un nuovo lavoro, e su questoaspetto si punta in modo concreto e innovativo. La partecipazione attiva del soggetto richiedente sarà, infine, garantita da strumenti di condizionalità”.

3. Tutela della maternità

Il Jobs act nasce con l’obiettivo di tutelare la maternità e la valorizzazione dell’esperienza genitoriale attraverso la conciliazione tra i tempi di vita e tempi di lavoro delle donne e la promozione di sistemi di welfare aziendale sempre più innovativi. A tal proposito il congedo obbligatorio di maternità è un diritto fondamentale. Tutte le lavoratrici autonomepotranno finalmente usufruire del congedo parentale.

Anche le madri iscritte allaGestione Separata INPSsaranno maggiormente tutelate: il mancato versamento dei contributi da parte del committente non metterà a rischio la fruizione dell’indennità di maternità. Igenitori adottivio affidatarisi vedranno riconosciuti i loro diritti per la fruizione dei congedi parentali o per l’applicazione del divieto di svolgimento di lavoro notturno.

Infineledonne vittime di violenza di generepotranno richiedere un congedo trimestrale dal lavoro fruibile anche su base oraria.

4. Flessibilità

Per garantire le esigenze personali dei lavoratori, con il Jobs actsi introduce un orario lavorativo meno rigido, il telelavoro e la possibilità di fruire dei congedi parentali anche su base oraria. Questo grazie alla flessibilità sul lavoro che viene incontro alle necessità dei genitori che lavorano e di coloro che hanno più bisogno di sostegno comeimalati affetti da patologie croniche con la trasformazione del proprio orario di lavoro a part-time.

5. Tutela del lavoro

Nessuno deve rimanere escluso. Il Jobs act ha il fine di garantire una maggiore equità sociale anche tramite l’universalizzazione degli strumenti di sostegno al reddito per chi è disoccupato. “Al termine del rapporto di lavoro -l’accesso allaNuova AspI (NASPI)è possibile anche a chi ha una storia contributiva breve.

Più semplice l’accesso alla disoccupazione anche per i collaboratori a progetto con la nuovaDIS-COLL. Inoltre per i soggetti più svantaggiati è previsto l’Assegno di disoccupazione involontaria (ASDI) che potrà essere richiesto una volta conclusa la NASPI”.

Il Jobs act riordina gli ammortizzatori sociali con l’estensioneagli apprendisti dellaCassa IntegrazioneOrdinaria e Straordinaria ela revisione della disciplina sui fondi di solidarietà.

Viene istituito un Ispettorato nazionaledel lavoro, per semplificare le attività di contrasto al lavoro nero e irregolare e quelle di prevenzione e promozione in materia disalute e sicurezza.

6. Semplificazione

Con il Jobs act sono eliminati i contratti scarsamente diffusi o che sono stati utilizzati in maniera distorta ed elusiva come le associazioni in partecipazione e le collaborazioni a progetto.

Con le assunzioni a tempo indeterminato le aziende potranno usufruire degli incentivi introdotti dall’ultima Legge di Stabilità, garantendo così un cambiamento qualitativo del mercato del lavoro.

Vengono ridotti i costi per i contratti di apprendistato favorendone l’utilizzo in coerenza con le norme sull’alternanza scuola-lavoro.

Inoltre con ladigitalizzazionedelle comunicazioni verso laPubblica Amministrazione e la riduzione degli adempimenti burocratici, le aziende e i cittadini potranno interfacciarsi con le istituzioni in una maniera più veloce ed efficace.

Dal febbraio 2014 ad oggi i risultati del Jobs act sono chiari:

Continua a scendere la disoccupazione, continua a crescere il numero dei posti di lavoro. Leggi qui

Sono 986mila i posti di lavoro in più Leggi qui

La disoccupazione è ai minimi storici dal 2012 e il PIlin termini congiunturali cresce all’1,5% su base annua Leggi qui

Ma non è il momento per fermarsi, anzi occorre fare ancora di più.

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