“Serve una svolta o andremo a sbattere, come hanno detto le ultime amministrative”. Così Roberto Speranza, della minoranza PD, in un’intervista a Il Piccolo in cui auspica “che il PD metta in campo un’iniziativa politica vera per cambiare una legge sbagliata”.
“Abbiamo costruito una narrazione incentrata sull’uscita dalla crisi, ma la realtà dice altro. L’azione del governo va focalizzata sui nodi economici e sociali, archiviando la stagione dei bonus e aprendo quella degli investimenti per lo sviluppo. Penso a una misura universale di contrasto alla povertà che non lasci il tema degli ultimi al M5s. E bisogna riaprire il dialogo su scuola e pensioni”, spiega.
Il referendum, aggiunge, non è “un voto su Renzi o sul governo” e il premier, sottolinea, “ha comunque ammesso di aver sbagliato a personalizzare”.
Speranza sottolinea però che “si vuol cambiare l’architettura istituzionale del Paese e l’Italicum è inscindibile dalla riforma”.
“Con il si’, la Camera sarebbe l’unica a dare la fiducia e legiferare: non possiamo arrivare al referendum con una legge che prevede un premio di maggioranza distorsivo e fa scegliere gli eletti al capo. Senza una modifica il mio consenso non arrivera’”.
La sua proposta, aggiunge, è “il Mattarellum 2.0, con cui i cittadini tornerebbero a scegliere i parlamentari in collegi uninominali”. “Votare no al referendum non significa lasciare il partito. Io credo nel Pd, ma chiedo un cambio di marcia per non consegnare il popolo ai populisti”, rimarca. Renzi “ha vinto il congresso e guida legittimamente il PD.
Deve però farsi carico dell’unità del partito: i segretari non criticano le minoranze interne, ma lavorano per la sintesi. Non vogliamo poltrone ma una svolta politica e sociale: le ultime amministrative dicono che lo stesso chiedono gli elettori”.