“L’Italia è molto attiva dentro il processo diplomatico sulla Siria, giunto a uno snodo fondamentale, anche alla luce dei colloqui tra Kerry e Putin”. Così il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, in una intervista al Corriere della Sera.
“La settimana scorsa a Riad si è costituito un cartello delle opposizioni ad Assad. Ci sono le premesse perché a gennaio comincino i negoziati tra il regime e le opposizioni, avvio che dovrebbe coincidere con il cessate il fuoco.
Da quel momento scatterebbero i 6 mesi durante i quali ci dovrebbe essere l’inizio della transizione. Durante questo processo secondo noi dovrebbe esserci l’uscita di scena di Assad, ma al tavolo negoziale non è ancora un esito dichiarato”.
Inoltre sottolinea che “dalle crisi in Siria e Libia emerge la necessità di un concerto mediterraneo. Grandi potenze, potenze europee e potenze regionali influenti si mettono insieme per lavorare a delle soluzioni. Ma è qualcosa che dovremmo sforzarci di rendere stabile, con fili minimi che lo rendano possibile: misure di fiducia reciproca, scambi economici, collaborazione contro il terrorismo. Tutti viviamo il bisogno di ricostruire un nuovo ordine, ora che quello vecchio si è sgretolato.
L’esperienza di questi tavoli va vista oltre che per la difficile impresa di risolvere le crisi del giorno, anche come prefigurazione di una nuova architettura per la sicurezza nel Mediterraneo, oggi preda del disordine totale”.