Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha accolto stamani all’aeroporto di Fiumicino un gruppo di studenti kenyani, superstiti della strage all’università di Garissa del due aprile scorso, che studieranno per un periodo di nove mesi all’Università per stranieri di Perugia, grazie a borse di studio della Farnesina.
“Di fronte al terrorismo, la risposta culturale è fondamentale”, ha detto il capo della diplomazia italiana salutando gli 11 ragazzi (6 donne e 5 uomini, tutti sulla ventina), nella sala del Cerimoniale di Stato dello scalo romano.
“E’ un segnale che abbiamo voluto dare subito dopo l’attentato di Garissa in cui il terrorismo uccise 147 persone di come la cooperazione con gli studenti di quella universita’ poteva essere una risposta al terrorismo”, ha aggiunto Gentiloni che pochi giorni dopo l’attacco del 2 aprile, perpetrato dai fondamentalisti somali al Shaabab, si recò in Kenya avviando l’iniziativa per le borse di studio.
Presente anche l’ambasciatore del Kenya in Italia, Josephine Wangari Gaita, che ha ringraziato l’Italia “per aver reso possibile che questi ragazzi continuino i loro studi in un ambiente pacifica”. “Sono certa che ci renderanno fieri – ha aggiunto – Dio li benedica, benedica l’Italia e il Kenya. Spero che sia un percorso di successo, che si innamorino del nostro Paese e che tornino nel loro Paese a mettere a frutto quello studieranno in questo periodo”, ha aggiunto Gentiloni.
Gli 11 borsisti frequenteranno un corso di lingua italiana da gennaio a settembre 2016, per poter poi seguire le lezioni di un successivo corso di laurea per il 2016-17. Ogni anno il ministero degli Esteri offre più di 500 borse di studio a cittadini stranieri di 100 Paesi.
Al Kenya, per l’anno accademico in corso sono state assegnate tre borse di studio a cittadini kenyani. A queste, nel 2016, si sono aggiunte ulteriori 108 mensilità dedicate espressamente agli studenti di Garissa.