“Il dato sul I trimestre 2016 conferma l’aumento della occupazione (tasso di occupazione al 56,7%) e il calo della disoccupazione che già emergeva dai dati mensili. Il numero di italiani con un lavoro torna ai livelli di 4 anni fa. Non è solo un aumento della quantità di lavoro, che coinvolge tutte le macrozone del paese – Nord, Centro, Sud – e sia le donne che gli uomini, ma continua anche il miglioramento della qualità del lavoro”. Commenta il responsabile economico del PD Filippo Taddei.
Nel I trimestre 2016, per il secondo trimestre consecutivo, l’aumento dell’occupazione è interamente guidato dal numero di occupati a tempo indeterminato, mentre calano quelli a termine e si stabilizza il numero di autonomi. Cala l’incidenza dei collaboratori tra gli autonomi, altro obiettivo cercato dal Jobs Act: ricondurre il falso lavoro autonomo nei confini del lavoro dipendente propriamente tutelato.
Aumenta per il quinto trimestre di fila il numero di ore lavorate per dipendente. E’ il segno che chi ha un lavoro incontra oggi meno difficoltà mentre chi viene assunto si trova in condizioni migliori rispetto a prima.
Questa dinamica occupazionale fa ben sperare anche per l’aumento della crescita del PIL nel proseguo dell’anno. I dati trimestrali di oggi ci danno ragioni profonde per guardare con ottimismo a quanto fatto sul fronte del taglio delle tasse e del mercato del lavoro e per rinnovare il nostro sforzo a continuare l’impegno riformatore su questo fronte.”
“Con le riforme sempre più lavoro e sempre stabile”, questo il commento di Alessia Rotta, responsabile comunicazione sui dati Istat”.
Approfondimento – Istat – Il mercato del lavoro.
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Matteo Renzi all’assemblea di Confcommercio aggiunge: “I numeri dell’Istat riguardano soprattutto i posti a tempo indeterminato, c’è un record storico. Ma contemporaneamente i lavoratori autonomi e le piccole medie imprese sono ancora in sofferenza. I risultati sono sì positivi ma non ancora sufficienti a rilanciarci. Sono numeri che in un altro paese che non vive di rancore dovrebbero essere accolti con sguardo sorridente – aggiunge Renzi – aver cancellato l’articolo 18 non ha tolto diritti ma ha permesso di assumere alle imprese”. “Tuttavia la piccola impresa è ancora in una situazione di sofferenza. Dal jobs act sono arrivati risultati positivi ma ancora non e sufficiente per il rilancio”.
Il premier spiega che “dal 2008 al 2014 c’è stata una recessione pazzesca. Ma nel 2015 e nel 2016 qualcosa si sta muovendo. Ma ha coinvolto soprattutto altri settori. Vi parlo- dice il premier- dei numeri dell’Istat, numeri che un altro paese che non vive di rancore dovrebbe accogliere in modo sorridente. Aver cancellato l’articolo 18 non ha tolto diritti, ha permesso di assumere, 390mila a tempo indeterminato”, spiega il premier. E aggiunge: “Ma i lavoratori autonomi e la piccola impresa sono ancora in sofferenza”.
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Alessia Rotta commenta: “+341 mila a tempo indeterminato e +242 mila occupati primo trimestre su base annua, questi i numeri diffusi oggi dall’Istat. Segnali sempre più evidenti della costante ripresa di una buona occupazione dove il lavoro stabile è la caratteristica più evidente della crescita e dell’aumento degli occupati. Le riforme quindi funzionano e dimostrano che l’Italia ha invertito la rotta e che sta ripartendo. Ora si tratta di proseguire con determinazione sulla strada intrapresa per favorire l’ingresso di sempre più persone nel mercato del lavoro. Il calo degli inattivi conferma che la tendenza è positiva”.
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“Continua la crescita dell’occupazione con 242 mila posti in più su base annua nel primo trimestre 2016, con un incremento consistente dei contratti a tempo indeterminato e una diminuzione della precarietà. E’ un dato che ci rende orgogliosi delle riforme che il governo ha messo in campo e che come Pd abbiamo sostenuto con forza, in primis il Jobs Act. Per tutti i signornò che siedono in Parlamento, primi tra tutti i Cinque stelle, oggi invece non è un buongiorno”. Lo dice la senatrice del PD Maria Spilabotte, vicepresidente della Commissione Lavoro.