Serse Soverini, prodiano della prima ora, organizzatore della prima campagna elettorale del Professore, iscritto al Misto, ha deciso di aderire oggi al Pd.
Onorevole Soverini, lei è stato eletto nel marzo dell’anno scorso in un’alleanza con il Pd, ma non è mai entrato nel gruppo dem, giusto?
«Si sono l’unico deputato di Insieme, mentre al Senato c’è Riccardo Nencini, e attualmente faccio parte del gruppo Misto».
Lei però non è socialista.
«No, vengo da Area civica, che era la componente di Insieme che faceva capo a Giulio Santagata. Sono stato eletto, come candidato di coalizione, nel collegio di Imola e mi sono iscritto da subito al Misto».
E non al Pd: perché, visto che è stato eletto anche coni voti di quel partito?
«È una scelta che hanno fatto anche altri alleati del Pd, come +Europa o come i socialisti di Nencini».
Onorevole Soverini, qual è la sua storia politica?
«La mia è una storia ulivista: ero sul pullman di Prodi nel ’95 e poi sono stato suo assistente a Palazzo Chigi. La nascita di un partito come quello democratico era l’orizzonte che mi prefiggevo sin dall’inizio».
Però dopo le elezioni del 2018 ha preferito il gruppo misto: che cosa è cambiato adesso nel Pd?
«Negli ultimi tempi, soprattutto in quest’ultimo mese c’è qualcosa di diverso, con Nicola Zingaretti. È emerso un profilo più inclusivo e aperto del partito. Questo mi ha convinto che per tenere fede al progetto di centrosinistra configurato nel 2018 dovevo prendere la tessera del Pd».
Quindi lei ritiene che il Pd si allargherà ancora?
«Credo che la cosa migliore sia quella di raccogliere tutte le culture del centrosinistra in un unico soggetto politico».