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Orfini: Le contestazioni si accettano. Ma la macchina del fango va fermata

Applausi per Di Maio e Salvini, fischi e contestazioni al Pd ai funerali di Genova. Matteo Orfini, presidente del Pd: se lo aspettava? E perché il Pd denuncia che la notizia è stata rilanciata subito dal portavoce del premier, Rocco Casalino, che ha inviato ad alcuni giornalisti un sms?

«È un fatto che deve farci riflettere, anche se in democrazia fischi e contestazioni si accettano sempre. Ma è davvero incredibile che il portavoce del governo, pagato con i soldi dei contribuenti, non capisca il suo ruolo istituzionale e attacchi l’opposizione durante i funerali. Casalino dovrebbe dimettersi. Che il Pd non fosse popolare diciamo che lo abbiamo capito alle elezioni ma la cosa che mi ha fatto più impressionato non sono stati i fischi, bensì che una parte delle famiglie delle vittime abbiano rifiutato il funerale di Stato. Un fatto che obbligherebbe tutte le forze politiche a una riflessione profonda su come ricostruire una fiducia che ora non c’è».

E invece? In ogni caso il governo è stato applaudito.
«Invece c’è chi sta alimentando un clima di violenza inaccettabile, rilanciando notizie false che diventano virali. Quando Di Maio dice che il Pd ha preso i soldi dei Benetton, accusa i governi Renzi e Gentiloni di aver fatto favori e marchette dice il falso e ne dovrà rispondere, lui come tutti coloro che rilanciano in rete menzogne prive di qualsiasi fondamento. Al vice premier ricordo che i Benetton hanno finanziato il suo alleato di governo, la Lega, e il suo presidente del consiglio che come avvocato ha lavorato per Aiscat, non il Pd».

Salvini dice che è stata la Lega di Bossi a essere finanziata dai Benetton, non quella che guida lui adesso. E il suo messaggio deve essere efficace se la Lega viaggia su percentuali del 30 per cento.
«I voti si contano alle elezioni non sui sondaggi e la Lega ha preso meno voti del Pd che pure, lo riconosco, non ha avuto un successo straordinario. Quanto alla sua difesa è ridicola: la Lega di Bossi è ancora tutta lì, da Calderoli a Zaia a Maroni, fino a poco tempo fa. La sua è solo propaganda. Del resto questo governo pensa che governare significhi prendere molti like su Facebook. Per ora siamo solo agli annunci di rivoluzioni su tutto. E, mi dispiace dirlo, anche sul caso Genova».

Cioè?
«Noi con Martina siamo andati a Genova e abbiamo proposto una legge speciale per la città, una serie di proposte concrete per evitare che la tragedia del crollo del ponte Morandi metta in ginocchio l’ economia legata al porto. E in questo senso è assolutamente fondamentale costruire la Gronda. Il governo ha annunciato per settembre un piano straordinario d interventi per la sicurezza. Peccato che uno dei primi atti del governo sia stato quello di smontare Casa Italia e Italia sicura. E che il vicepremier sia lanciando accuse insostenibili nei confronti del Pd».

A quali accuse si riferisce?
«Ci hanno accusato di aver fatto favori alle grandi imprese, Benetton, con il codice degli appalti. Peccato Di Maio non si sia ricordato, o peggio non lo sapeva proprio, che il suo partito ha votato con noi la scorsa legislatura per cancellare l’articolo 5 del codice degli appalti. Invece da giorni circola in rete di tutto. Con un livello di violenza e di falsità mai toccato prima, Per questo abbiamo deciso di provare a reagire alla fabbrica della disinformazione che ha avvelenando il dibattito e la politica italiana. Chiediamo a tutti di collaborare inviandoci segnalazioni. È arrivato il momento di reagire, partiranno delle denunce, si è passato il segno».

È il linciaggio in rete che vi ha fatto percepire come parte dell’establishment meritevole di essere fischiato?
«Sarebbe riduttivo pensarlo. Errori ne abbiamo fatti anche noi. però è arrivato il momento di reagire alla fabbrica di fango, di provare a fermarla».

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