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Martina: “Basta Pd isolato serve una coalizione di centrosinistra civica, allargata ad associazioni e comitati”

«Ora preprepareremo la sfida del 3 marzo, ma senza dimenticare che i nostri avversari sono a destra. E, per le regionali del prossimo anno, serve che il Pd metta insieme una coalizione di centrosinistra civica, allargata ad associazioni e comitati».
 
Il reggente del Pd, Maurizio Martina, oggi sarà a Genova per presentare la sua mozione e per una serie di appuntamenti in città. Sconfitto da Zingaretti sia nel capoluogo che in regione, rilancia su Carige, infrastrutture e alleanze.
 

Martina, oggi presenta la sua mozione a Genova. Cosa dirà in città?

 
«Torno ancora dopo esserci stato tante volte, anche qualche giorno fa per ricordare Guido Rossa. Chiedo ai genovesi e liguri di darci una mano e di partecipare alle primarie del 3 marzo per costruire l’alternativa a Lega e M5S. Serve un Partito democratico unito, dal riformismo radicale. Una nuova stagione. Che riparta dal lavoro che cambia e che sconfigga i mercanti che usano le paure solo per consenso elettorale».
 

Si sono chiuse da poche ore le convenzioni dei circoli genovesi e liguri e, sia in città che in regione, ha vinto Zingaretti. Come si spiega la sconfitta tra gli iscritti?

 
«È stato un bel confronto e in Liguria la nostra proposta ha avuto un ottimo risultato. Siamo avanti in tante realtà, da La Spezia a Savona. Ora per me l’importante è preparare bene le primarie del 3 marzo prossimo».
 

Ha pagato il sostegno tardivo dei renziani?

 
«Ma no, abbiamo tutti lavorato tanto. Usciamo da questi schemi e concentriamoci sulle proposte per il Pd e per rilanciare la sfida riformista nell’Italia di oggi. I nostri avversari sono a destra».
 

Come può risollevarsi il Pd, a Genova e nel resto del Paese?

 
«A Genova si sta facendo un lavoro importante, serio, che seguo da tanto con i ragazzi che qui hanno la responsabilità della guida. Penso che dobbiamo impegnarci sempre di più per essere un partito popolare capace di rappresentare giovani e donne, lavoratori e ceti produttivi. I tanti che non vogliono che l’Italia faccia un passo indietro tornando in crisi come invece sembrano volere le forze oggi al governo».
 

Tra poco più di un anno ci sono le elezioni regionali. Come si può battere il centrodestra “modello Liguria” di Toti e della Lega?

 
«Con un progetto rinnovato, unitario e aperto per la Liguria del futuro. Chiamando a raccolta tante energie di questo territorio e impegnandosi insieme: partiti, associazioni, comitati. I dati dimostrano che la Liguria in questi quattro anni non ha agganciato la crescita economica del Nord».
 

Il Pd dovrebbe presentarsi alle regionali unito ad altre forse in una coalizione di centrosinistra?

 
«Tanto più in una elezione a turno unico per me bisogna lavorare ovunque a nuove coalizioni civiche di centrosinistra sul modello di tante realtà cittadine come Milano, Ancona, Brescia, Brindisi dove abbiamo vinto».
 

A Genova tiene banco la questione Carige. Come giudica l’operato del governo e cosa pensa della crisi dell’istituto di credito genovese?

 
«Penso che prima di tutto bisogna tutelare i risparmiatori, i correntisti, le famiglie e le imprese. Il governo ha fatto quello che abbiamo fatto anche noi in altre vicende analoghe, alla faccia della propaganda che ci giocarono contro in quel tempo. Ora io mi auguro che l’esecutivo segua con grande attenzione l’evoluzione della situazione».
 

Mattarella ha ricordato il “gap infrastrutturale da colmare” per Genova. Ponte Morandi, a Gronda, il nodo ferroviario sono priorità nazionali?

 
«Per noi si. Per il governo non direi, purtroppo. Sono mesi che incalziamo Lega e M5S su queste scelte strategiche ma le troppe ambiguità della maggioranza stanno penalizzando Genova».

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