Sandro Gozi, già sottosegretario agli Affari europei dei governi Renzi e Gentiloni, oggi leader dell’Unione dei federalisti europei, mette in guardia il governo rispetto al rischio di una procedura d’infrazione europea.
Quale procedura?
«Quella che subiremo se pretenderemo di legiferare sulle riserve auree di Banca d’Italia».
Perché ne è sicuro?
«Nel 2012 il premier ungherese Viktor Orbàn provò a mettere le mani sulle riserve della sua banca centrale. La Commissione europea aprì una procedura d’infrazione. Orbàn s’arrese. Il nostro governo è sulle orme di Visegràd».
Come si risolve l’impasse in Bankitalia?
«Rispettando i trattati europei che vietano alle banche centrali di sollecitare o accettare istruzioni dai governi».
In pratica?
«Spetta a Conte portare il nome del vicedirettore Signorini, scelto da Banca d’Italia, a riconferma».
Ha cominciato il segretario del suo Pd, Matteo Renzi, ad attaccare i vertici di Banca d’Italia.
«Esprimeva una opinione legittima, non è che volesse dare una spallata al sistema».
Come andranno i populisti alle Europee?
«Bene, ma resteranno minoranza. Spero che le altre forze avranno il coraggio di superare le divisioni per accordarsi sui punti-chiave di una nuova Europa».
E un messaggio al Pd?
«Anche».
Ha sottoscritto il manifesto di Calenda?
«No. Ne condivido i valori che devono unire le forze progressiste, democratiche, liberali ed ecologiste. Ma non sono sicuro che la lista unica sia la via migliore in un sistema proporzionale».