«Siamo stupiti dal risultato ottenuto nei circoli e ora credo che con Anna Ascani possiamo vincere le primarie». Roberto Giachetti è gasatissimo.
Giachetti, si aspettava un risultato a due cifre con oltre l’11%?
«Assolutamente no. Non mi aspettavo tanto successo. Siamo partiti all’ultimo momento. Pensavamo di dovere lottare per arrivare al 5% così da entrare nella terna delle primarie. Giorno dopo giorno vedevo muoversi corazzate di parlamentari dem, mentre noi ci siamo battuti a mani nude. Ma lo considero solo l’inizio».
Pensa di sorpassare Martina nei gazebo?
«Punto a vincere su tutti, mica solo su Martina. Non faccio battaglie di testimonianza. Partendo da questo dato tra gli iscritti si apre la possibilità di qualunque risultato alle primarie del 3 marzo. Il voto neicircoli è più organizzato, l’altro più libero: quindi siamo avvantaggiati».
Ma chi le ha tirato la volata in questo primo round congressuale, Renzi stesso, Maria Elena Boschi?
«Renzi è fuori da questa partita. Se si fosse impegnato per noi magari il risultato in Toscana sarebbe stato travolgente. Boschi non si è ancora espressa. Certo, io spero che quelli che sono stati protagonisti di 5 anni di riforme si riconoscano sullanostra posizione limpida e non su quella di chi dice che dobbiamo buttare tutto (o quasi) a mare. Abbiamo avuto il 20% a Milano, abbiamo vinto in zone dove avrebbe dovuto essere forte Martina, con ottimi risultati nelle Marche, in Emilia Romagna, in Piemonte. Non è frutto della mobilitazione di questo o di quel renziano».
Il suo risultato è arrivato perché c’è ancora voglia di renzismo?
«C’è voglia di una candidatura libera dagli apparati, di chi non si vergogna di rivendicare il lavoro di Renzi e Gentiloni».
Molti renziani che appoggiano Martina sostengono che sommando i consensi del segretario uscente e i suoi, il partito è in continuità con il PdR, il Pd di Renzi. Questa somma si potrà fare?
«No. Da una parte c’è la mia posizione che rivendica quanto è stato fatto negli anni passati, dall’altra c’è la posizione di Zingaretti e di Martina che, sia pure declinata in modo diverso, sostiene che quel periodo vada cancellato. L’altra questione cruciale è quella del rapporto con i 5Stelle. Zingaretti apre ai pentastellati, Martina era il segretario reggente quando stavamo facendo l’accordo con i grillini».
Se vince Zingaretti, lei resterà nel Pd?
«Resto nel Pd se quel partito coincide con i miei valori e le mie idee. Se no, alzo i tacchi e tolgo il disturbo. Non resto dentro a fare la guerra e bombardare la dirigenza. Se Zingaretti fa l’accordo con i 5Stelle e porta dentro D’Alema, abbiamo chiuso il Pd, non è che Giachetti se ne va».
D’Alema, appunto. Ha fatto un endorsement per Zingaretti e lei è partito all’attacco.
«D’Alema ed Emiliano sono i due che in modo più determinante hanno cercato di ammazzare il Pd. D’Alema ha fatto anche una scissione».