Onorevole Giachetti, perché vi siete astenuti?
«Noi abbiamo chiesto a Zingaretti se in queste liste ampie delle Europee possono entrare anche rappresentanti di Mdp, cioè coloro che hanno lavorato per far perdere il Partito democratico alle Politiche, e lui ci ha dato una risposta evasiva. È chiaro che ha aperto quella porta, un’operazione che fa entrare il cavallo di Troia di Speranza e gli altri. Perciò ci siamo astenuti, sennò avremmo votato a favore».
Vi accusano di aver già aperto il fuoco amico.
«Il fuoco amico lo conosco bene. È quello di chi votava in dissenso sul Jobs Act. Io non sono fatto così, un secondo dopo che il Partito democratico a maggioranza prende una decisione mi adeguo. Però non voglio nemmeno essere normalizzato. Ho delle opinioni e le esprimo, sono in minoranza e faccio la minoranza. Se non si può più dissentire significa che si torna indietro ai tempi non del Pci, ma addirittura del Pcus».
Però la vostra mozione sul risultato della Basilicata si è scatenata.
«Ma no. Abbiamo semplicemente detto che il risultato della Basilicata, come quello dell’Abruzzo e della Sardegna, fotografa il voto delle Politiche. Insomma, è una sconfitta. Siamo intervenuti perché sembrava che essere arrivati secondi fosse una vittoria. Non è così. Non possiamo mica passare dalla vocazione maggioritaria alla vocazione dell’eterno secondo».