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Delrio: “Sto col segretario, la gente ci ha chiesto unità non possiamo tradirla”

«Aiutiamo tutti Zingaretti. Al di là delle chiacchiere che si fanno, noi lavoreremo con Nicola. Sarebbe una sconfitta sprecare la spinta popolare che ci è stata data da un milione e 600 mila elettori delle primarie e tornare a guardarci l’ombelico». Graziano Delrio ha messo il suo incarico di capogruppo «a disposizione» del neo segretario e del gruppo: «Sono pronto a collaborare con lealtà, ma deciderà lui insieme al gruppo». E di questa domenica di primarie racconta: «Dei miei 9 figli, tutti sono andati ai gazebo tranne uno che non ha fatto in tempo: noi abbiamo fatto la nostra parte. Poi ciascuno di loro ha scelto liberamente per chi votare».
 

Delrio, lei è stato il grande elettore di Maurizio Martina, che ha ottenuto molto meno della metà dei consensi di Nicola Zingaretti. Deluso dal risultato?

 
«Sì, mi aspettavo qualcosa in più. Ma evidentemente il messaggio soprattutto rivolto ai giovani e molto inclusivo non è emerso con sufficiente forza. Maurizio ha voluto giustamente non polemizzare con nessuno. Vorrei segnalare che la rappresentazione di Salvini e di Di Maio sul popolo che sta con loro mentre noi saremmo l’élite è smentita dai fatti: alle primarie leghiste sono andate 10 mila persone a quelle pentastellate 50 mila, ai gazebo dem oltre un milione e mezzo».
 

Pensa che si sentirà a suo agio nel Pd di Zingaretti?

 
«Sono certo che Nicola terrà insieme il Pd. Non possiamo tradire la forza di un popolo che ci chiede unità e determinazione nel proporre l’alternativa a questo governo».
 

Bastava rompere con il renzismo per fare riprendere quota a un partito agonizzante?

 
«Ho detto che non si poteva fare un congresso su Renzi senza Renzi. Nicola ha posto il tema della necessità del cambiamento e ha avuto il consenso della maggioranza dei nostri elettori. Però il Pd stava già recuperando nel paese: noi siamo stati presenti davanti alle fabbriche, nelle piazze e sui problemi. Abbiamo dato battaglia su investimenti, lavoro, tasse e diritti. E a proposito del salario minimo, a Di Maio dico: voti lui il nostro progetto di legge ».
 

Lei è stato un renziano, come sono ora i suoi rapporti con Renzi?

 
«Ci sentiamo non di frequente: ha scelto di stare da parte. Gli sono vicino umanamente per le sofferenze della sua famiglia».
 

Vista la grossa investitura popolare, Zingaretti dovrebbe dedicarsi esclusivamente a ricostruire il Pd lasciando la Regione?

 
«Zingaretti ha detto che avrebbe mantenuto le due cose. Se lui se la sente, non vanno posti certamente problemi su questo».
 

Qualcosa la preoccupa o la vede in dissenso nel nuovo corso dem? Le alleanze ad esempio, devono andare da Bersani ai moderati?

 
«Il Pd deve trovare la sua forza e la sua proposta; fare una grande alleanza con la società come abbiamo sempre detto. Segnalo che non ci sono due tesi a confronto: il Pd sia perno e promotore di una coalizione larga dalla sinistra ai moderati. Lo abbiamo già fatto in Abruzzo, in Sardegna e ora in Basilicata. Lo faremo per le europee».
 

Niente dialogo con i M5S?

 
«Condivido la posizione di Zingaretti su questo. Dobbiamo recuperare gli elettori delusi di un M5S ormai masticato ed ingoiato da Salvini. Non inseguiamo di sicuro un partito che va a rimorchio della peggiore destra nazionalista. Credo che il governo avrà vita molto breve».
 

Ha fatto bene Zingaretti a inaugurare la sua segreteria battendo un colpo pro Tav?

 
«Gli ho fatto i complimenti. Il libro dei sogni dei grilloleghisti si è trasformato in un catalogo degli incubi: la recessione, la disoccupazione in crescita, il clima d’odio. A noi indicare l’alternativa».
 

Quindi ora si aspetta una segreteria unitaria?

 
«È una sua scelta. Comunque nessuno di noi discuterà di correnti o di posti. L’importante è rendere visibili le nostre proposte per il paese».
 

D’accordo su Paolo Gentiloni presidente del partito o meglio qualcuno della minoranza?

 
«Gentiloni è autorevole sicuramente:attendiamo la proposta del segretario».
 

Letta e Prodi tornano nel Pd, pensa però che qualcuno se ne andrà?

 
«Per quello che vedo, no. E lo spero. Lavoreremo perché questo non accada: sarebbe un’altra sconfitta. Concentriamoci sugli avversari di governo da mandare a casa».

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