Gianni Cuperlo, presidente della nuova fondazione dem, sull’immigrazione il Pd ha sbagliato come sostiene Renzi?
«Nel caso la considero un’autocritica. Lui era il segretario del Pd e chi è al timone ha sempre una voce più potente. Per altro alcuni tra noi avevano rivolto un appello pubblico per la fiducia sullo Ius soli. E Renzi aveva avuto un anno di tempo per porla al Senato e non l’ha fatto».
Lei era contrario alla linea Minniti?
«Sono contro l’idea di trasformare una questione di umanità in una emergenza democratica perché c’è una destra pronta ad alimentare l’odio».
Nel Pd c’è un’eterna resa dei conti?
«Non mi interessa… A Zingaretti dico: rivolta questo partito da cima a fondo. Cambiamo stile, linguaggio, il modo di concepire il potere, e facciamolo liberando risorse».
Di fondazioni è lastricato il centrosinistra. Renzi ne volle una tutta per sé, Open, poi chiusa. Ora nasce quella del Pd. Come si chiama e che ruolo avrà?
«Penso a una fondazione di tutti, non di una parte. Vorrei si chiamasse Costituente perché già il nome vuol dare un segno di apertura anche alle piazze e ai movimenti di questi mesi. Servirà a pensare e a combattere questa destra. Farà formazione, vivrà nelle città, a cominciare da Milano perché non serve una struttura chiusa nei riti romani. Il profilo sarà federalista. Coinvolgeremo nomi autorevoli, ma soprattutto creeremo una rete di laboratori reclutando competenze sparse ».
Quale è la sfida?
«Fermare l’onda nera che cala dall’Europa. Questa destra è autoritaria. Brandisce il rosario e si allea col clericalismo oscurantista che odia Bergoglio. Putin giura sulla fine del liberalismo e battezza Orban e Salvini. La verità è che sta cambiando il mondo, il modo di produrre, conoscere e non bastano le nostre categorie. La fondazione serve a colmare un vuoto di identità per affrontare ingiustizie e conflitti con lingua e mentalità diverse».
Come la lancerete? E come si finanzierà?
«La lanceremo con un dibattito pubblico sul futuro del Paese. Poi a Bologna dall’8 al 10 novembre terremo il primo meeting. Si chiamerà “Un’alternativa per l’Italia“. La rete che penso non è la “bestia” di Salvini, bensì una rete di persone che praticano civismo e umanità. Vorrei un finanziamento pubblico e trasparente come avviene in Germania con le fondazioni di Spd e Cdu».