«Forse Richetti si è pentito del sostegno a Martina», sussurra perfida Anna Ascani, candidata “modello Smart” alle primarie, in coppia con Roberto Giachetti.
Confessi, in fondo un po’ ci gode, al congresso il vostro mondo si è spaccato in due: un pezzo ha seguito Martina, l’altro voi turborenziani…
«Il termine è buffo ma ci sta, siamo gli unici a non rinnegare quanto fatto al governo in questi anni: quelli con la posizione più chiara e meno ambigua».
Ma pure gli unici a urlare alla “giustizia a orologeria” sulla vicenda dei Renzi.
«Come Roberto credo che il Paese abbia un problema sulla giustizia, a prescindere dai genitori di Matteo. Ritengo giunta l’ora di fare qualcosa, di smettere di pensare che la si possa utilizzare come arma politica. Senza scomodare i complotti, è lecito porsi qualche domanda quando accade quel che è accaduto, con quei tempi e modi».
Per esempio separare le carriere dei magistrati?
«Penso sia una strada da perseguire: per un periodo era stata una battaglia del Pd, poi però l’abbiamo abbandonata. Tra i problemi della nostra esperienza di governo non c’è aver fatto troppe riforme, ma troppo poche su alcuni temi».
Fi ha incardinato una proposta di legge, la voterete?
«Devo leggerla e approfondire, ma per me – al netto di chi la propone – bisogna rifletterci sopra».
Ne avete parlato oggi durante il pranzo che il vicepresidente del Csm David Ermini ha avuto alla Camera con i turborenziani?
«Io non c’ero, ma David l’ho visto in Transatlantico e abbiamo parlato di Inter e del caso Icardi, che spero si risolva presto: ci serve in campo».
Renzi è l’Icardi del Pd?
«Ma Matteo è in campo, nonostante tutto non si è riusciti a fermarlo, ha già ripreso il tour per libro. Perché ci si può dimettere da tutto ma non da leader politico, la ragione per cui continua a essere lui l’obiettivo di tutte le opposizioni. Cosa che capita meno a Zingaretti».