Era inevitabile l’intervento del presidente Mattarella per la libertà di stampa. Il deputato del Pd Michele Anzaldi ne è certo.
Le mosse del governo che riguardano l’informazione suscitano preoccupazione?
Le dichiarazioni dei ministri di spicco fanno proprio paura. Quelle di Di Maio in particolare, ma anche di Salvini. Anche Toninelli e Crimi hanno anticipato misure pesanti. Ma è una piramide. Il punto non è un ministro che fa le gaffe, perché ce ne sono sempre stati. La cosa che fa più paura è un vicepresidente del Consiglio, ministro, segretario di partito, che dice una cosa e allora quella cosa è la linea del partito e non una gaffe. E se questa cosa viene rivendicata, replicata, allora serve il presidente della Repubblica, perché siamo di fronte a un attentato alle garanzie costituzionali.
In che modo?
Se dici che toglierai i finanziamenti indiretti, come può essere la pubblicità, perché quei soldi servono per le periferie, i disoccupati, i poveri, si tratta di una scelta, e può essere condivisa o meno. Ma se dici che li togli perché parlano male di te, questo è un argomentare banditesco, se non mafioso. Il risultato è lo stesso, ma così lo fai calpestando la Costituzione. Poi se ti vanti pure, allora è una scelta che fa paura. E bisogna intervenire.
Come?
Allo scoperto con le proteste è uscito solo il Pd. Sindacati dei giornalisti, editori… fino a ieri nessuno ha detto nulla. Tutti devono chiedere chiarimenti. Il giornalismo è il pane della democrazia.
Anche le tv di Berlusconi rischiano, con il taglio alla pubblicità.
Io agli attacchi a Berlusconi non credo molto. Tre giorni fa è stato fatto un regalo a Berlusconi, perché inspiegabilmente Rai4 è uscita dalla piattaforma Sky e, casualmente, due giorni dopo Mediaset è entrata nella piattaforma Sky con Rete4. Secondo me il governo ha il coraggio di attaccare i giornali, ma che abbia il coraggio di attaccare una persona da cui dipendono tanti voti, come nel caso di Foa, non ci credo.